Covid a Napoli, positivo 37 giorni dopo la seconda dose: «È stato colpito dalla variante inglese»

Covid a Napoli, positivo 37 giorni dopo la seconda dose: «È stato colpito dalla variante inglese»
di Valerio Esca
Mercoledì 17 Marzo 2021, 23:32 - Ultimo agg. 18 Marzo, 19:13
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Si è trattato di «variante inglese». Chiarito il caso del sanitario napoletano risultato positivo al Covid, 37 giorni dopo la seconda dose di vaccino Pfizer-Biontech, che gli è stata somministrata alla Mostra d’Oltremare. Daniele Madelfini, 32 anni, sposato e con due figli, che lavora nell’ambito della sanità privata campana, dipendente di una cooperativa che si occupa di cure e assistenza domiciliare, aveva effettuato le due dosi di vaccino Pfizer-Biontech a gennaio, la prima dose il 10, la seconda gli era stata somministrata il 31.


La vicenda, raccontata dal Mattino una settimana fa, è arrivata ad un punto di svolta. Ci si è interrogati in questi giorni, per capire la tenuta del vaccino rispetto alle varianti.

Daniele ha ricevuto ieri la telefonata dell’Asl: «Hanno chiamato perché hanno fatto delle indagini sul tampone di mio figlio piccolo, che ha trasmesso poi il Covid al fratello, a me e a mia moglie. Mi hanno chiesto che sintomi avesse avuto, come avesse affrontato la cosa. Fortunatamente benissimo. Ci hanno comunicato - spiega il sanitario - che dalle indagini è risultato che il tipo di virus che ha preso il bimbo è quello della variante. Ha poi contagiato tutta la famiglia».

L’Asl di Napoli, come accade in questi casi, ha effettuato un tracciamento attraverso l’indagine epidemiologica per un approfondimento. «Io per fortuna ho avuto solo il raffreddore - ribadisce Daniele - gli odori li ho percepiti senza grosse difficoltà, se non quella appunto di essere raffreddato. Mia moglie dolori muscolari e sensazione di oppressione al petto. Ma la saturazione è rimasta sempre buona. Ha avuto qualche decimo fino ad un massimo di 37,8». Sul versante variante inglese il sanitario rimarca: «Avendo contratto comunque il virus, nonostante il vaccino, immagino che possa rientrare in quei casi in cui il Covid riesce a dribblare l’efficacia della somministrazione. È chiaro che essendo vaccinato comunque ci si copre da effetti più gravi».

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Il primo a risultare positivo in famiglia è stato il figlio piccolo del sanitario napoletano, che ha contratto il virus a scuola a fine febbraio. Il suo nido è stato chiuso una settimana prima che la Regione emettesse l’ordinanza di chiusura di tutte le scuole di ogni ordine e grado. Tre maestre su quattro sono risultate positive al Covid. «Quando ci fu comunicato dalla scuola - ricorda il 32enne - abbiamo attivato la profilassi e come genitori abbiamo sottoposto a tampone i nostri piccoli. Successivamente è risultata positiva mia moglie e infine io. Grosso modo abbiamo accusato tutti gli stessi sintomi. Sono stato l’ultimo a positivizzarmi, ma nonostante questo mi sono subito messo in quarantena e poi mi sono sottoposto a tampone molecolare al Frullone, appena trascorso qualche giorno».

Oggi il sanitario sta meglio: «Stiamo tutti bene - dice al Mattino - mia moglie e mio figlio nei giorni scorsi si sono sottoposti a tampone di controllo, presso l’Asl del Frullone, e sono risultati negativi. Io essendo risultato positivo dopo, sono slittato a questa settimana. Farò il tampone tra un paio di giorni, ma sono fiducioso, perché mi sento bene». E aggiunge: «Non mi sono mai sentito preoccupato, perché abbiamo comunque reagito tutti bene. Ad ogni modo non sono stato l’unico sanitario ad aver contratto il Covid dopo essere stato vaccinato. Ho letto di altri casi, di medici e infermieri, anche in Campania. Se non ricordo male, anche nell’Avellinese ci sono stati un paio di casi di infermieri e medici vaccinati, ma poi risultati positivi e anche per quei casi si ipotizzava fosse colpa delle varianti». Infine lancia un appello: «La mascherina è la mia seconda pelle, soprattutto perché lavoro con gli ammalati, e va indossata sempre. Il pericolo purtroppo è dietro l’angolo, bisogna essere prudenti e responsabili».

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