Napoli zona arancione, protestano i gestori di bar e ristoranti ai Quartieri Spagnoli: «O lockdown o riapertura in sicurezza»

Napoli zona arancione, protestano i gestori di bar e ristoranti ai Quartieri Spagnoli: «O lockdown o riapertura in sicurezza»
di Oscar De Simone
Martedì 23 Febbraio 2021, 18:40 - Ultimo agg. 19:21
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Il nuovo stop ha messo definitivamente in ginocchio i gestori di bar e ristoranti ai Quariteri Spagnoli. Una vera mazzata che arriva quando gli affari iniziavano a girare, dopo i mesi bui del lockdown, delle di incertezze e delle chiusure. Oggi – dopo due giorni in zona arancione – gli imprenditori del comparto food scendono in piazza e nella strada più centrale della città, invocano misure rigide ed immediate o la riapertura in sicurezza. «Basta con le mezze misure – dice il ristoratore Marco Gallotti – perchè sino ad ora non hanno portato a niente. O facciamo quindici giorni di lockdown come l'anno scorso, o iniziamo a convivere con il virus.

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Questo è quello che stanno facendo in Inghilterra dopo una campagna vaccinale che sta funzionando bene e questo è quello a cui dovremmo pensare anche in Italia. Ma a quanto pare quella che manca è proprio una progettualità che tenda a portarci fuori da questo incubo.

In queste condizioni non possiamo continuare a vivere. C'è incertezza, si crea insoddisfazione e si torna a generare quella disoccupazione contro cui – soprattutto in questo quartiere – stavamo lottando da decenni». 

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Un problema non da poco che ha nuovamente “svuotato” i vicoli dei Quartieri Spagnoli. Un dedalo di vie grandi e piccole che ora, senza intrattenimenti serali, sono tornate ad essere terra di nessuno. «Questo è un altro grande problema – conclude Salvatore Iodice dell'associazione “Miniera” – che non possiamo sottovalutare. La perdita delle attività e dei posti di lavoro sta creando nuove occasioni per la criminalità organizzata. Associazioni malavitose sempre presenti e che non aspettano altro per infiltrarsi nuovamente tra i più giovani. Avevamo portato benefici e lavoro in queste strade, ma ora ci sembra di nuovo tutto inutile. Per questo chiediamo al nostro governatore di darci la possibilità di riaprire in sicurezza e tendendo conto di tutte quelle direttive che stiamo rispettando dall'inizio della pandemia. Nessuno di noi vuole contravvenire alle regole ma adesso vogliamo tronare a riappropriarci della nostra vita e del nostro futuro». 

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