Napoli, la protesta degli operatori socio-sanitari per l'emergenza Covid: «Siamo eroi usa e getta»

Napoli, la protesta degli operatori socio-sanitari per l'emergenza Covid: «Siamo eroi usa e getta»
di Melina Chiapparino
Lunedì 8 Novembre 2021, 21:52 - Ultimo agg. 9 Novembre, 07:18
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Hanno indossato le tute di biocontenimento che per mesi sono state le loro alleate nella lotta contro il Covid ma, stavolta, le hanno indossate per protestare. E’ iniziata così la mobilitazione degli operatori socio sanitari che questa mattina si sono riuniti davanti la sede della direzione generale dell’Asl Napoli 1, al Frullone e che, annunciano nuove azioni di protesta nei prossimi giorni. Il malcontento, portato all’attenzione delle istituzioni sanitarie e riassunto nello slogan “eroi usa e getta” che si leggeva sullo striscione dei manifestanti, è scoppiato venerdì scorso e oggi ha dato vita alla primo sit-in.

«Il 5 novembre, una nota dell’Asl Napoli 1 ha disposto la cessazione dei servizi con decorrenza immediata per i 75 operatori socio sanitari impiegati all’ospedale del Mare e al Loreto Mare» hanno spiegato gli operatori a contratto a tempo determinato, in forza alla cooperativa Gesco e reclutati per l’emergenza pandemica.

«Siamo stati licenziati con un sms ma il nostro contratto scadeva il 31 dicembre e abbiamo coperto le carenze di organico anche dopo la chiusura dei moduli Covid, nei reparti e al pronto soccorso dove quotidianamente non ci siamo mai risparmiati» hanno raccontato gli operatori socio sanitari che fino a venerdì hanno lavorato nel presidio di Ponticelli, sottolineando il loro impegno in piena emergenza pandemica. «Siamo stati in trincea a fronteggiare il virus insieme ai sanitari, rischiando come loro ma adesso siamo diventati eroi usa e getta, da buttare perché non serviamo più- hanno continuato i manifestanti- dicono che non c'è più emergenza Covid, ma i positivi continuano ad arrivare, alcuni ospedali sono pieni di Covid ma noi siamo qui, senza un lavoro».

La conclusione del rapporto lavorativo degli operatori socio sanitari che hanno retto sulle loro gambe l’emergenza pandemica, insieme ai sanitari, va approfondito nella clausola che legava il loro impiego alla necessità dell’assistenza Covid. «L’Asl ha comprato un servizio attraverso la cooperativa Gesco in merito a un monte ore legato all’emergenza Covid» ha affermato Ciro Verdoliva, direttore generale dell’Asl partenopea intenzionato ad attingere al bacino degli operatori socio sanitari, attraverso la graduatoria del Cardarelli, per impiegare a tempo indeterminato chi aspetta di essere chiamato da tempo. «Gli operatori socio sanitari della Gesco erano collegati all’emergenza Covid ma già da due mesi i moduli Covid sono stati chiusi all’ospedale del Mare, dove non ci sono più posti letto destinati a questo tipo di assistenza» aggiunge il manager che non esclude la possibilità di altre chiamate in funzione dell’emergenza ma fa notare la necessità di attingere dalle graduatorie.

 

Dall’altra parte, però, c’è la richiesta dei operatori socio sanitari che da un giorno all’altro, si sono ritrovati senza un lavoro. «Facciamo appello alla direzione dell’Asl ma anche al governatore Vincenzo De Luca e al nuovo sindaco Gaetano Manfredi, come garanti dell’assistenza sanitaria di questa città- fanno sapere gli operatori in protesta- chiediamo di poter lavorare finché non saranno concluse le procedure legate alle graduatorie a scorrimento e di poter lavorare fino al 31 dicembre come ci era stato detto».

Quella di oggi, con le tute di biocontenimento e i megafoni, è solo l’inizio della protesta degli operatorio socio sanitari che chiedono di poter colmare le carenze di organico fino alle assunzioni che l’Asl ha previsto con le chiamate dalle graduatorie.

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