Covid a Napoli, la protesta dei ristoratori: coperti apparecchiati per terra

Covid a Napoli, la protesta dei ristoratori: coperti apparecchiati per terra
di Paola Marano
Mercoledì 28 Ottobre 2020, 14:26 - Ultimo agg. 20:49
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Tovaglie e coperti apparrecchiati per terra, un grande scontrino con in testa il nome del governatore Vincenzo De Luca che riporta le perdite del settore della ristorazione negli ultimi mesi, e un cesto pieno di prodotti tipici, simbolo del lavoro di un’intera filiera, che i manifestanti hanno provato a consegnare alla segreteria del presidente senza successo. 

Si presentava così stamattina la zona pedonale davanti la sede della regione Campania, dove i lavoratori dei pubblici esercizi - titolari di ristoranti ma anche cuochi - si sono radunati per protestare nuovamente contro le misure disposte dall’ultimo Dpcm in un flashmob organizzato dalla Fipe in tante altre città italiane: alle 11.30 gli operatori del settore hanno iniziato a battere all’unisono le posate sui piatti, accompagnati dai bar tender che scuotevano i loro shaker.

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Solo ieri è arrivato dall'esecutivo il via libera al decreto ristori, che prevede indennizzi per 460mila imprese colpite dal lockdown selettivo. «Il decreto va nella direzione giusta, era quello che noi chiedevamo – ha commentato Massimo Di Porzio, presidente Fipe Napoli e titolare dello storico ristorante Umberto a Chiaia, che ha chiuso i battenti a causa delle disposizioni anti Covid -  Il problema è quando saranno elargiti, questo è molto importante perché le aziende hanno bisogno di liquidità per poter saldare tutti gli impegni, pagare i propri dipendenti.

Facilmente si parla di cassa integrazione però noi come tante altre aziende , abbiamo anticipato o anticiperemo questi importi ai nostri dipendenti e quindi abbiamo bisogno di liquidità». Di Porzio ha sottolineato la necessità della presenza della categoria «ai tavoli decisori che purtroppo non c'è stata. Queste regole che ci hanno limitato andavano concordate e comunicate prima. La chiusura è una pillola amara che va data con dolcezza».

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Chiede invece che la platea dei destinatari dei ristori venga ampliata a tutte le attività produttive che dimostrino una diminuzione del fatturato nel mese di ottobre Carla Della Corte, presidente Concommercio Napoli. «Non si possono ignorare anche gli altri settori – ha evidenziato -  L'abbigliamento, ad esempio, cammina su un calo addirittura del 60- 70 per cento e oltretutto non dimentichiamo che loro hanno delle rimanenze che diventano un magazzino morto. Non si può pensare bloccando i pubblici esercizi di pensare solo a loro, bisogna ristorare tutti». 

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