Covid a Napoli, richieste record al 118: «Ora siamo allo stremo»

Covid a Napoli, richieste record al 118: «Ora siamo allo stremo»
di Melina Chiapparino
Domenica 6 Febbraio 2022, 08:51
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l servizio di emergenza territoriale è giunto a livelli critici per la carenza di medici, infermieri, autisti e tecnici». A dirlo, ma anche a scriverlo, in una lettera all’Asl napoletana, è Giuseppe Galano, presidente regionale dell’Aaroi-Emac, sindacato degli anestesisti dell’area critica, nonché direttore della Centrale operativa territoriale 118, costretto a sopprimere il turno di notte di una delle 19 ambulanze operative a Napoli. L’allarme lanciato qualche mese circa il depauperamento delle risorse a disposizione della rete dell’emergenza, non solo è ancora attuale ma, spiega, è ancora più grave.

Dal 7 febbraio, l’ambulanza “Incurabili” con postazione nel quartiere Sanità, non sarà più operativa di notte. Perché?
«Carenza di personale, di conseguenza non possiamo garantire tutti i turni.

Circa un mese fa siamo passati da 13 a 12 ambulanze medicalizzate. Per mancanza di medici, la postazione Chiatamone è diventata di tipo B, ovvero con autista e infermiere. Ora, per continuare a garantire la postazione con medico a Ponticelli, abbiamo eliminato il turno di notte all’ambulanza Incurabili utilizzandone il personale. Una scelta per assicurare l’assistenza sul territorio».

Quali sono i motivi delle carenze di personale?
«Negli ultimi mesi abbiamo perso circa 35 medici, tra pensionamenti e trasferimenti volontari verso la medicina generale e la continuità assistenziale. Soffriamo da anni la carenza di infermieri, autisti e tecnici che assolvono a molteplici attività: dal servizio sul territorio, alla centrale operativa. A questo deficit di organico si è aggiunto il Covid e il personale contagiato. La soppressione del turno di notte agli Incurabili è temporaneo ma senza aiuti non escludo altri ridimensionamenti».

C’è stato un aumento delle richieste di aiuto al 118. Come mai?
«Le telefonate sono aumentate del 30-40%, il carico di lavoro è più che raddoppiato. C’è una percentuale di pazienti positivi con patologie ordinarie, ci sono gli interventi specifici per il Covid e, ancora, i pazienti negativi, bisognosi di cure, oltre ai soccorsi di massima urgenza. Prima, per la paura del contagio, erano in molti a evitare gli ospedali. Adesso i pronto soccorso scoppiano: quotidianamente riceviamo dagli ospedali segnalazioni sul loro stato di criticità per cui ci viene richiesto di limitare l’arrivo di ambulanze, salvo codici rossi».

Gli ospedali chiedono di diminuire il carico assistenziale ma le richieste di assistenza non diminuiscono. Come vengono gestiti i soccorsi?
«Prima di tutto grazie allo spirito di collaborazione e al sacrificio dei dipendenti del 118 che continuano a garantire il massimo del servizio, spesso con orari aggiuntivi. L’obiettivo delle equipe, in questi casi, è limitare il più possibile i ricoveri, intervenendo sul posto, per questo è fondamentale preservare le ambulanze con il medico. In secondo luogo, direzioniamo negli ospedali in sofferenza solo i codici rossi per competenza territoriale. Cerchiamo di limitare gli accessi per alcune ore, così da ridare ossigeno al presidio ma spesso ci arrivano segnalazioni di criticità da più ospedali contemporaneamente. Quelli maggiormente sotto pressione sono il Cardarelli, l’Ospedale del Mare e il Vecchio Pellegrini».

Esiste secondo lei una soluzione?
«Sto cercando di recuperare ore ed equipaggi ma ci vuole una soluzione strutturale. Servono subito medici e personale per cui, nonostante ci siano dei concorsi dell’Asl Napoli 1, sarebbe opportuno raccogliere velocemente risorse dai distretti e da altri ambiti per trasferirle, anche solo temporaneamente, al 118. Bisogna dare incentivi, anche economici, a tutto il settore dell’emergenza che comprende il personale nei pronto soccorso e dell’area critica, gli anestesisti della terapia intensiva. Occorre una politica sanitaria in grado di pianificare reclutamenti ad hoc. Si tratta di professionisti con un carico di maggiore frustrazione fisica ed emotiva, a cui vanno date gratificazioni altrimenti continueremo ad assistere alla loro fuga come è accaduto fino a oggi».
 

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