Zona gialla, bar e ristoranti riaprono ma solo per 48 ore: «Non basta»

Zona gialla, bar e ristoranti riaprono ma solo per 48 ore: «Non basta»
di Gennaro Di Biase
Giovedì 7 Gennaio 2021, 00:00 - Ultimo agg. 13:06
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Tra mille incognite, un fatto. Ristoranti e bar napoletani e campani, chiusi dal 15 novembre 2020, stamattina riaprono al pubblico. Precisamente, si riapre fino alle 18, e in sostanza per due pranzi, quelli di oggi e domani, decretati giorni “gialli” da Palazzo Chigi. Come la Regione aveva anticipato su queste pagine nei giorni scorsi, infatti, non è arrivata ieri nessuna ordinanza restrittiva da Palazzo Santa Lucia (al contrario di quanto avvenne il 19 dicembre). Nel weekend, il 9 e il 10, si riabbasseranno le saracinesche, con la zona arancione stabilita da Roma. A quasi un anno dall’inizio della pandemia, difficilmente i pubblici esercenti accetteranno nuove chiusure ad hoc dei locali: le voci di nuove manifestazioni, in proposito, si fanno sempre più incalzanti nelle chat degli imprenditori di Napoli e provincia, e già oggi in zona flegrea è prevista una maxi-riunione su eventuali proteste nei prossimi giorni. 

 


Tra i primi a riaprire ci sarà Regina Margherita, uno dei locali della curva di via Partenope devastati dalla mareggiata del 28 dicembre. Negli ultimi giorni, i dipendenti hanno risistemato le vetrate e ora il ristorante «è pronto per il primo pranzo - racconta Andrea Macchia, socio del locale - I miei ragazzi mi hanno convinto a rialzare la saracinesca dopo tanti mesi». Si torna al ristorante, dunque, anche se solo per due pranzi. Anche Mammina, danneggiato dalle onde, sarà open, al contrario di Antonio&Antonio, Gusto e In Mezzo, off limits per danni. Si riapre a macchia di leopardo anche per i bar di Chiaia Night. Gambrinus oggi non aprirà, ma non sono escluse novità domani. Non tutti i locali possono essere riattivati per 48 ore: «Ho due locali, Vesi Gourmet in via Caracciolo e Orange in piazza Vittoria - racconta Vitale De Gais - Riaprirò al pubblico solo il secondo, la paninoteca, anche se siamo distrutti. Al contrario del Governo, siamo abituati a programmare. Non possiamo passare altri mesi nell’incertezza, soprattutto ora che c’è il vaccino». Anche i bar apriranno: «La paura del virus c’è, ma torniamo al lavoro con tutte le misure di sicurezza, anche se non tutti lo faranno - dice Roberto De Rosa di Fonoteca in via Morghen - Il problema reale è la mancanza di chiarezza. Le istituzioni devono metterci in condizione di organizzarci coi dipendenti: è essenziale anche per gestire la sicurezza degli alimenti e le distanze». «Giuseppone, gestito da mia moglie, non aprirà, ma Alba la Grigliata sì - racconta Antonio Rapullino, socio dei due locali - ma le risorse sono finite.

Riaprire per 48 ore è una beffa e insieme una prova, anche se incasseremo poco». 

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Torna Mimì alla Ferrovia. E non solo: «Riapro per evitare la depressione e ridare vita alla zona, ma se vuole le faccio leggere le chat - spiega il titolare di Nennella Mariano Vitiello - i ristoratori non sanno cosa fare. È un disastro. Non si apre dall’oggi al domani. Cucinare non è un hobby. Le vaccinazioni non procedono velocemente. Se si continua con questo ritmo ne usciremo tra 3 anni. In totale mi sono arrivati 36mila euro di ristori, ma per chiudere il 2019 ho dovuto pagare 280mila euro fra tasse e spese. Il mio dispiacere più grande è per i ragazzi. Sono 30: nel primo lockdown li ho mantenuti. Ora non ho più i soldi per farlo, lo dico con tristezza e senso di impotenza. Ho chiesto un prestito di 180mila euro alla banca, a fronte di 1,8 milioni di fatturato all’anno e me ne hanno dati 100mila. Nel 2020 ho fatturato 350mila euro, incassi di gennaio e agosto». «Il dialogo avviato in questi giorni con De Luca ha prodotto un segnale in controtendenza con le ordinanze passate - commenta Vincenzo Schiavo, presidente di Confesercenti Campania - Con Fiepet salutiamo con soddisfazione questa decisione: un piccolo segnale di speranza alle attività da mesi colpite dalle chiusure. Metteremo al primo posto come sempre la sicurezza per far ripartire Campania senza dare una mano al virus. Anche perché per quanto attiene ai ristori sulle chiusure tra 20 e 23 non sono arrivate risposte concrete. Si sta pensando a un fondo, ma non c’è ancora niente di fatto, in merito arriveranno risposte dopo il 10».
 

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