Covid a Napoli, la mossa del Comune: «Le scuole restano aperte, vogliamo prima dati certi»

Covid a Napoli, la mossa del Comune: «Le scuole restano aperte, vogliamo prima dati certi»
di Mariagiovanna Capone
Mercoledì 10 Febbraio 2021, 23:57 - Ultimo agg. 11 Febbraio, 11:18
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A Napoli, per ora, le scuole non chiuderanno. L’Unità di crisi regionale ha invitato i sindaci a valutare la sospensione della didattica in presenza per via del «costante e crescente aumento dei casi registrati in tutte le fasce d’età» ma il Comune di Napoli vuole vederci chiaro e senza i dati puntuali di ognuno dei circa 600 plessi scolastici distribuiti su tutto il territorio cittadino non sarà presa alcuna decisione. «Solo dopo la visione e l’analisi di questi dati attraverso un confronto con un tavolo di esperti, potremmo valutare una sospensione della didattica lì dove saranno evidenti le connessioni tra positivi e scuola» chiarisce l’assessore Palmieri aggiungendo che «chiudere tutto senza che i dati scientifici avvalorino questa possibilità, sarebbe un atto irresponsabile. Non useremo l’accetta».

Ancora più duro il sindaco de Magistris: «Sulla scuola registriamo la bandiera bianca finale del presidente De Luca, terminata la campagna elettorale e la propaganda muscolare. Prendiamo atto che la Regione fallisce sulla scuola, che c’è lo scaricabarile su sindaci e prefetti. Ora chiediamo che ci forniscano almeno dati precisi e puntuali, altrimenti è omissione d’atti d’ufficio, per poter prendere le decisioni migliori. Noi ci assumeremo le nostre responsabilità ma non prendiamo decisioni di pancia o sullo strepitio del giorno». Intanto i dati indicano che a Napoli i casi di Covid sono cresciuti del 37% nella fascia 6-18 anni, in concomitanza con la ripresa delle lezioni in presenza in tutte le scuole.

Martedì l’Unità di Crisi ha lanciato l’allarme del «grave quadro epidemiologico» e stabilito «il costante e crescente aumento dei casi registrati in tutte le fasce d’età», rimandando però ai sindaci le decisioni di una sospensione della didattica in presenza.

Il sindaco Luigi de Magistris si è quindi coordinato con gli assessori all’Istruzione e alla Salute, Annamaria Palmieri e Francesca Menna, per inviare all’Unità di crisi una lettera con «una richiesta ufficiale dei dati sul territorio cittadino, suddivisi per scuole, municipalità e quartieri, parametrato ai tassi di contagio dei singoli target anagrafici». «Vogliamo vederci chiaro - aggiunge Palmieri - perché i dati finora divulgati dall’Unità di crisi non ci bastano».

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Per l’assessore Palmieri «questo aumento progressivo dei contagi nella fascia 14-18 anni di cui parla l’UdC va sostenuta da parametri di natura scientifica. Ci serve capire se i giovani delle superiori si contagiano a scuola, o, come crediamo, è probabile che lo fossero prima. Quindi capire quanto incidono sulla scuola effettivamente». L’assessore chiarisce che «i dati di dettaglio nei rapporti quotidiani dell’Asl non ci sono. Solo numeri assoluti che in un comune grande come il nostro non bastano. Faccio un esempio: se in un piccolo comune ho 20 contagi nella stessa scuola, ha senso chiuderla. Ma a Napoli, con quasi 600 plessi, dire che ci sono 20 studenti genericamente al Vomero a cosa ci serve?». Ecco quindi la necessità di dati correlati per periodo, fascia anagrafica, plesso scolastico e territorio perché «solo così potremo analizzarli attraverso un tavolo di confronto con esperti».

In assessorato il clima è di «sicurezza e serenità. Per questo - dice Palmieri - ho comunicato che siamo pronti con la refezione scolastica che ci permetterebbe di tornare a una normalità necessaria: per la scuola, le famiglie ma soprattutto per gli alunni. Stare tutti insieme è un equilibrio di vita. Abbiamo studiato protocolli e nuovi menu ancora più sicuri e adatti a questo periodo, ma molti genitori non hanno ancora confermato la refezione pur avendo richiesto il tempo pieno all’iscrizione».

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