Covid a Napoli, al via i tamponi rapidi dai medici di famiglia: prelievi nei drive-in

Covid a Napoli, al via i tamponi rapidi dai medici di famiglia: prelievi nei drive-in
di Ettore Mautone
Domenica 29 Novembre 2020, 23:32 - Ultimo agg. 30 Novembre, 15:28
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Tamponi rapidi a Napoli, si parte: i prelievi saranno effettuati in drive-in e tensostrutture allestite dalla Protezione civile, dipartimento sicurezza del Comune di Napoli, in tre parcheggi di zone strategiche della città. Ad est nell’area ex mercato ortofrutticolo (parcheggio Grimaldi) per i distretti 31-32 e 33, ad ovest nell’area contigua all’ex Palazzetto dello sport Mario Argento a Fuorigrotta, di competenza dei distretti 24-25-26 e 27, e a nord nella zona adiacente la stazione metro di Chiaiano (per i distretti sanitari 28-29 e 30). Ad essere coinvolti nelle attività di prelievo sono i medici di medicina generale, i loro colleghi di continuità assistenziale (guardie mediche), i dottori del 118 e i camici bianchi in formazione per la medicina generale. Dai sopralluoghi effettuati nei giorni scorsi è stata verificata la possibilità di allaccio di energia elettrica. Per il montaggio di ogni tenda è necessario l’ausilio di una decina di volontari e non meno di tre ore di lavoro. In concomitanza è prevista la preventiva inibizione, da parte di Anm, di tali aree interne ai parcheggi. Tutte e tre le zone sono chiuse e presidiate dalla vigilanza.  

Dopo l’accordo firmato una settimana fa in Regione e sulla scia dell’intesa siglata a livello nazionale, i medici di medicina generale, dunque, a partire dai prossimi giorni, sottoporranno i propri pazienti, laddove lo ritengano opportuno, a tamponi rapidi antigenici con prelievi nasofaringei o di saliva. «Chi ha spazi e possibilità potrà anche usare il proprio studio – avverte Pina Tommasielli, componente dell’Unità di crisi regionale e medico con sede operativa a Soccavo - io ho gli spazi, effettuo regolarmente le sanificazioni e mi sono organizzata per effettuare i test nel mio studio. Al progetto è garantita la partecipazione della medicina generale che ha l’obbligo di effettuare i tamponi, sia pure nell’ambito delle reti di medici Aft (Aggregazioni funzionali territoriali) con la possibilità inoltre di avvalersi di colleghi del territorio della medicina primaria. Nel caso in cui i medici non siano in grado di partecipare sarà lasciata una libertà di opzione ai singoli ma il test assicurato all’assistito da un altro medico.

I tamponi ci torneranno utili per effettuare per una corretta diagnosi differenziale con le sindromi influenzali».  

La scelta della Tommasielli, di utilizzare il proprio studio, è un’eccezione: una delle condizioni dell’accordo regionale è infatti la scelta di luoghi aperti per i test: piazze, strutture mobili, locali ampi resi disponibili dai Comuni ovvero, come in questo caso, tensostrutture in fase di allestimento. L’obiettivo è garantire la sicurezza dei percorsi. Ogni tampone sarà remunerato ai medici con 18 euro. L’unica cosa che i medici di medicina generale dovranno assicurare a proprie spese è la sorveglianza (3 euro a tampone andranno alla guardia giurata). I titolari della convenzione possono cedere l’attività a medici più giovani in formazione, guardie mediche, Usca, medici del 118. «Anche se l’esecutore fosse un altro medico o l’infermiere di studio - avverte Luigi Sparano, segretario regionale della Fimmg, principale sindacato firmatario dell’accordo regionale - l’invio del paziente e la prenotazione del test avverranno comunque sempre da parte del proprio medico di fiducia». Le tende dovrebbero essere montate alla fine di questa settimana mentre domani è atteso il decreto regionale che disciplinerà le attività. «Il compito della Fimmg – conclude Sparano - in quanto primo firmatario dell’accordo, garantire lo svolgimento dei test con percorsi sicuri. Inoltre abbiamo garantito la partecipazione della Medicina generale a questa funzione assistenziale ribadendone la centralità». 

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Intanto come i medici di famiglia anche i farmacisti chiedono di aver accesso in via prioritaria al vaccino anti Covid essendo in prima linea. «I farmacisti sono al lavoro tutti i giorni per far fronte alle esigenze della comunità anche stando a stretto contatto con il pubblico, rappresentando quindi una categoria ad altissimo rischio - scrive il presidente dell’Ordine di Napoli, Vincenzo Santagada, in una lettera all’Unità di crisi regionale - appare evidente che tale categoria debba essere tutelata anche in considerazione del fatto che se un farmacista o un suo collaboratore resta, suo malgrado, contagiato, la farmacia deve essere chiusa».

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