Tamponi rapidi a Napoli, si parte: i prelievi saranno effettuati in drive-in e tensostrutture allestite dalla Protezione civile, dipartimento sicurezza del Comune di Napoli, in tre parcheggi di zone strategiche della città. Ad est nell’area ex mercato ortofrutticolo (parcheggio Grimaldi) per i distretti 31-32 e 33, ad ovest nell’area contigua all’ex Palazzetto dello sport Mario Argento a Fuorigrotta, di competenza dei distretti 24-25-26 e 27, e a nord nella zona adiacente la stazione metro di Chiaiano (per i distretti sanitari 28-29 e 30). Ad essere coinvolti nelle attività di prelievo sono i medici di medicina generale, i loro colleghi di continuità assistenziale (guardie mediche), i dottori del 118 e i camici bianchi in formazione per la medicina generale. Dai sopralluoghi effettuati nei giorni scorsi è stata verificata la possibilità di allaccio di energia elettrica. Per il montaggio di ogni tenda è necessario l’ausilio di una decina di volontari e non meno di tre ore di lavoro. In concomitanza è prevista la preventiva inibizione, da parte di Anm, di tali aree interne ai parcheggi. Tutte e tre le zone sono chiuse e presidiate dalla vigilanza.
Dopo l’accordo firmato una settimana fa in Regione e sulla scia dell’intesa siglata a livello nazionale, i medici di medicina generale, dunque, a partire dai prossimi giorni, sottoporranno i propri pazienti, laddove lo ritengano opportuno, a tamponi rapidi antigenici con prelievi nasofaringei o di saliva. «Chi ha spazi e possibilità potrà anche usare il proprio studio – avverte Pina Tommasielli, componente dell’Unità di crisi regionale e medico con sede operativa a Soccavo - io ho gli spazi, effettuo regolarmente le sanificazioni e mi sono organizzata per effettuare i test nel mio studio. Al progetto è garantita la partecipazione della medicina generale che ha l’obbligo di effettuare i tamponi, sia pure nell’ambito delle reti di medici Aft (Aggregazioni funzionali territoriali) con la possibilità inoltre di avvalersi di colleghi del territorio della medicina primaria. Nel caso in cui i medici non siano in grado di partecipare sarà lasciata una libertà di opzione ai singoli ma il test assicurato all’assistito da un altro medico.
La scelta della Tommasielli, di utilizzare il proprio studio, è un’eccezione: una delle condizioni dell’accordo regionale è infatti la scelta di luoghi aperti per i test: piazze, strutture mobili, locali ampi resi disponibili dai Comuni ovvero, come in questo caso, tensostrutture in fase di allestimento. L’obiettivo è garantire la sicurezza dei percorsi. Ogni tampone sarà remunerato ai medici con 18 euro. L’unica cosa che i medici di medicina generale dovranno assicurare a proprie spese è la sorveglianza (3 euro a tampone andranno alla guardia giurata). I titolari della convenzione possono cedere l’attività a medici più giovani in formazione, guardie mediche, Usca, medici del 118. «Anche se l’esecutore fosse un altro medico o l’infermiere di studio - avverte Luigi Sparano, segretario regionale della Fimmg, principale sindacato firmatario dell’accordo regionale - l’invio del paziente e la prenotazione del test avverranno comunque sempre da parte del proprio medico di fiducia». Le tende dovrebbero essere montate alla fine di questa settimana mentre domani è atteso il decreto regionale che disciplinerà le attività. «Il compito della Fimmg – conclude Sparano - in quanto primo firmatario dell’accordo, garantire lo svolgimento dei test con percorsi sicuri. Inoltre abbiamo garantito la partecipazione della Medicina generale a questa funzione assistenziale ribadendone la centralità».
Intanto come i medici di famiglia anche i farmacisti chiedono di aver accesso in via prioritaria al vaccino anti Covid essendo in prima linea. «I farmacisti sono al lavoro tutti i giorni per far fronte alle esigenze della comunità anche stando a stretto contatto con il pubblico, rappresentando quindi una categoria ad altissimo rischio - scrive il presidente dell’Ordine di Napoli, Vincenzo Santagada, in una lettera all’Unità di crisi regionale - appare evidente che tale categoria debba essere tutelata anche in considerazione del fatto che se un farmacista o un suo collaboratore resta, suo malgrado, contagiato, la farmacia deve essere chiusa».