Covid, reinfezioni in aumento: in Campania tasso più alto della media, quali sono le categorie a rischio

Covid, reinfezioni in aumento: in Campania tasso più alto della media, quali sono le categorie a rischio
di Ettore Mautone
Sabato 23 Luglio 2022, 23:49 - Ultimo agg. 25 Luglio, 07:30
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Crescono le reinfezioni da Covid-19: le nuove varianti di Omicron che si avviano a coprire il 100 per cento dei contagi in Italia, non solo sono in grado di aggirare più che in passato la protezione dei vaccini ma riescono anche ad evadere, per oltre il 10 per cento dei casi, la sorveglianza immunitaria dopo guarigione quanto più ci sia lontana nel tempo dal primo contagio. I dati, aggiornati al 6 luglio dall’Istituto superiore di Sanità, rivelano anche una crescente quota di casi asintomatici mentre i rischi di malattia grave si concentrano ancora nei soggetti non vaccinati o vaccinati da molto tempo e anziani o fragili per patologia. A rischiare di più una ricaduta da Covid -19 sono coloro che si sono ammalati da più di 7 mesi, i non vaccinati o vaccinati da oltre 4 mesi. Colpiti inoltre i più giovani (dai 12 ai 49 anni) probabilmente in relazione alla maggiore propensione sociale. Infine gli operatori sanitari che statisticamente incontrano più spesso il virus sulla loro strada. 

Nell’ultima settimana sono cresciute dell’1,2 per cento le reinfezioni sul totale dei casi di Covid-19 mentre nello stesso periodo i casi segnalati con stato clinico iniziale asintomatico sono aumentati dal 74% al 76% (il 2% in più). Intanto i booster del vaccino (terza e quarta dose nelle popolazioni target) risultano ancora efficaci all’86% contro la malattia severa. Nel dettaglio dal 24 agosto 2021 al 13 luglio 2022 sono stati segnalati 813.817 casi di reinfezione, pari al 5,2% del totale e nell’ultima settimana la percentuale di reinfezioni la raggiunto il 12 per cento, in leggere aumento rispetto alla settimana precedente (11,7%). Anche in Campania le reinfezioni sono in netto aumento, dello 0,5 per cento oltre la media nazionale, in relazione anche al record nazionale d’incidenza segnato domenica 10 luglio. «Le reinfezioni sono in netto aumento in Campania nei casi in cui sono passati più di 7-8 mesi dalla prima infezione - conferma Luigi Atripaldi primario di Microbiologia del Monaldi-Cotugno-Cto – è ormai chiaro che chi ha molti anticorpi o non si infetta oppure è sintomatico». 

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Intanto l’Iss registra al 6 luglio un altro forte aumento dei contagi (+25%), dei morti (+27%), delle terapie intensive (+20%) e dei ricoveri (+25%). Il tasso di incidenza in Italia, al 6 luglio, risultava schizzato a 1.070 casi ogni centomila abitanti, il valore più alto dal 4 febbraio con la Campania in testa a quota 1.474.

La Campania è poi andata avanti ancora per alcuni giorni risultando la regione con più casi e l’11 luglio ha superato il Veneto nella triste classifica delle regioni con il maggior numero di contagi dall’inizio dell’epidemia, piazzandosi al secondo posto assoluto dietro la Lombardia. Una settimana pessima quella della Campania quella che si è chiusa il 10 luglio con un aumento del 38% dei contagi, del 58% dei morti e del 27% dei ricoveri (4,9 morti al giorno di media mentre erano 3,1 una settimana fa). In questa fase epidemica molti casi riguardano tuttavia pazienti affetti da altre patologie, anziani con molti acciacchi in cui il Covid solo in piccola percentuale porta a morte con la polmonite ma si configura come una complicazione di altre patologie dominanti. A partire dall’11 luglio poi abbiamo assistito, sia in Italia sia in Campania, ad una progressiva stabilizzazione dei contagi con un arresto della crescita il 15 luglio quando potrebbe essere stato toccato il picco visto il calo costante da quel giorno a fronte tuttavia di pessimi dati relativi a decessi e ricoveri. Conforta l’impatto della vaccinazione nel prevenire infezioni ma soprattutto ricoveri e decessi: i non vaccinati hanno da due a tre volte e mezzo di probabilità rispetto ai vaccinati di sviluppare malattia grave, e fino a 7 volte più probabilità di morire. 

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