«Ciao nonna, sono qui»: a Napoli baci e carezze nelle Rsa ma solo dietro al vetro

«Ciao nonna, sono qui»: a Napoli baci e carezze nelle Rsa ma solo dietro al vetro
di Melina Chiapparino
Martedì 11 Maggio 2021, 00:08 - Ultimo agg. 12 Maggio, 08:02
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Mandano baci attraverso un vetro e sorridono ai familiari che presto potranno riabbracciare. Per i pazienti delle Residenze Sanitarie Assistite dell’Asl Napoli 1, è cominciato il conto alla rovescia per riconquistare un po’ di normalità e, soprattutto, rivedere i propri cari senza distanze e con la sicurezza della copertura vaccinale contro il Covid. Nelle nove strutture Rsa dove sono ricoverati, principalmente, anziani ma anche disabili e malati cronici, l’isolamento serrato dei pazienti, durante la pandemia, è stata una misura di sicurezza concordata con i familiari e resa necessaria per garantirne la sicurezza. Ora che, sulla carta, le comunità delle Rsa sono immuni, i ricoverati potranno ritornare a qualche vecchia abitudine anche se la richiesta pronunciata in continuazione da tutti, è sempre la stessa. Alcuni lo domandano ad alta voce, qualcuno batte le mani, altri sorridono con gli occhi come è accaduto ieri, nell’Rsa Frullone, dove c’è stato un vero e proprio coro: «Quando facciamo la festa?».

La voglia di ritornare alla socialità con le feste e gli incontri che caratterizzavano la vita delle comunità delle Rsa prima del Covid, è palpabile tra i ricoverati in via Comunale del Principe, ma è ancora necessaria molta prudenza. «L’obiettivo, per il momento, è la ripresa delle visite con appuntamenti settimanali da organizzare nei giardini che sono in fase di preparazione, ci vorrà meno di un mese» spiega Graziella Milan, dirigente responsabile dell’Rsa Frullone che sottolinea l’avanzamento della campagna vaccinale. «Praticamente il 100% degli operatori è vaccinato e i pazienti hanno completato i cicli vaccinali tra gennaio e febbraio - continua Milan, alla guida anche del distretto sanitario 28 - le iniezioni stanno procedendo per i nuovi ricoverati, dopo un periodo di osservazione e accertamenti».

Le due dosi di Pfizer ai 53 pazienti del Frullone non hanno fatto abbassare la guardia a medici e operatori ma hanno consentito la ripresa di alcune attività come la “giornata del cinema” e i giochi di gruppo. 

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Fino a oggi, il filo che lega la vita emotiva e sociale dei pazienti ai loro familiari non si è mai interrotto, anzi, è stato mantenuto vivo dai sanitari con ogni stratagemma. «Prima vedevo mio nipote in videochiamata, poi attraverso la vetrata per consentire a noi tutti di salutare e parlare a turno con i parenti» racconta una delle anziane che ha ritrovato, attraverso quel vetro, l’emozione di contemplare il sorriso del nipotino e ricambiarlo. La vetrata è ancora oggi una specie di appuntamento per combattere le distanze e l’isolamento imposto dalla pandemia. Gli operatori accompagnano i ricoverati alla porta d’ingresso, composta da vetri trasparenti che consentono agli anziani di vedere i familiari e scambiarsi gesti e sorrisi ma non solo. «Spesso leggiamo il labiale dei parenti per ripeterlo ai ricoverati e intrattenere conversazioni - raccontano gli operatori - altre volte parenti e pazienti si parlano con i telefonini mentre sono di fronte ma ciò che conta è la carica emotiva che questo momento dona a chi è in una Rsa». 

«Durante gli ultimi mesi non abbiamo avuto ricoveri: le persone hanno preferito attendere nonostante le Rsa siano totalmente sicure» spiega Milan che, da qualche settimana, conferma il ritorno ordinario del numero dei ricoveri nelle strutture napoletane. «A parte la campagna vaccinale, operatori e pazienti sono sottoposti a controlli costanti e, in accordo con le famiglie, nessuno entra se non con le garanzie massime di sicurezza» aggiunge la dottoressa che sottolinea la dimensione “umana” della vita di comunità nelle Rsa. «Capita che ci siano pazienti particolarmente sofferenti o situazioni in cui consentire ai familiari di vedere un ricoverato sia prioritario dal punto di vista umano - continua Milan - in quel caso, procediamo con i tamponi molecolari e forniamo tutti i dispositivi di protezione ai parenti». 

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