Covid senza sintomi, i ricercatori: «Dipende da fattori genetici»

Covid senza sintomi, i ricercatori: «Dipende da fattori genetici»
Lunedì 9 Maggio 2022, 11:44 - Ultimo agg. 10 Maggio, 07:33
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Mutazioni genetiche rare che indeboliscono i geni coinvolti nei processi di attivazione del sistema immunitario predispongono a forme asintomatiche del Covid-19. Lo hanno dimostrato i ricercatori del Ceinge, nalizzando i campioni di Dna di circa 800 contagiati dal virus che non avevano sviluppato sintomi gravi pur avendo fattori di rischio come l’età avanzata.

Il gruppo diretto da Mario Capasso e Achille Iolascon, professori di genetica medica alla Federico II e ricercatori del Ceinge, ne hanno scritto sulla rivista “Genetics in Medicine”. «Sono stati analizzati tutti i geni finora conosciuti utilizzando sequenziatori di ultima generazione e ottenendo così un enorme mole di dati genetici», spiega Capasso. «Strategie di analisi bioinformatiche avanzate, messe a punto grazie al contributo del giovane ricercatore Giuseppe D’Alterio e del team di esperti bioinformatici del Ceinge, hanno poi permesso di identificare mutazioni patogenetiche rare che erano significativamente più frequenti nei soggetti infetti e asintomatici e non in una grande casistica di circa 57000 soggetti sani».

La ricerca si è avvalsa della collaborazione con Pellegrino Cerino (Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno) e Massimo Zollo (coordinatore della task-force Covid del Ceinge, professore di genetica sempre della Federico II).

Tre geni Masp1, Colec10 e Colec11, appartenenti tutti e tre alla famiglia delle proteine della lectina e noti avere un ruolo di difesa contro le infezioni, erano colpiti da mutazioni genetiche che attenuavano la loro funzione. «Oggi è ampiamente dimostrato che l’eccessiva risposta immunitaria all’infezione e la successiva iper-attivazione dei processi pro-infiammatori e pro-coagulativi sono la causa principale del danno agli organi come polmoni, cuore, rene ecc.…» chiarisce Capasso. «La nostra ricerca dimostra che le mutazioni del genoma umano che attenuano questa eccessiva reazione immunitaria possono predisporre ad un’infezione senza sintomi gravi».

Una scoperta che punta a nuovi approcci diagnostici e terapeutici. «Abbiamo reso disponibili, in un database online, tutti i dati genetici ottenuti che altri studiosi potranno liberamente consultare per sviluppare nuove ricerche – afferma Iolascon –. Possiamo utilizzare queste mutazioni per individuare soggetti che sono predisposti a sviluppare forme meno gravi o asintomatiche della malattia. Inoltre i livelli sierici dei tre geni individuati potrebbero essere utilizzati come marcatori prognostici della malattia grave.

Infine, oggi sappiamo qualcosa in più sulle basi biologiche di questa malattia e dunque abbiamo qualcosa su cui lavorare per sviluppare nuovi trattamenti farmacologici».

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