Vaccino, a Napoli la carica degli over 70: lunghe attese ma nessuno rinuncia

Vaccino, a Napoli la carica degli over 70: lunghe attese ma nessuno rinuncia
di Melina Chiapparino
Domenica 28 Marzo 2021, 23:19 - Ultimo agg. 29 Marzo, 18:19
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La rivincita di AstraZeneca è tra la popolazione degli ultra 70enni napoletani. Nessuno di loro, nonostante le differenze tra convinti e rassegnati, ha rinunciato alla somministrazione del farmaco anglo- svedese. Ieri, il centro vaccinale dell’Asl partenopea, allestito alla Stazione Marittima, è stato preso quasi d’assalto dagli over 70, soprattutto nelle fasce orarie del mattino. Non sono mancate file e lunghe attese, intervallate però da turni senza calca e con una frequenza di presenze notevolmente diluita nel pomeriggio. Qualche senior non ha potuto fare a meno di lamentarsi del mancato distanziamento nelle code all’ingresso dei varchi esterni per accedere al centro vaccinale ma, questo aspetto, è stato anche oggetto di una comunicazione da parte dei vertici dell’Asl.


«Molte persone si sono recate con largo anticipo al centro, rischiando di far accavallare chi, invece, aveva rispettato gli orari di convocazione», ha precisato Ciro Verdoliva, direttore generale dell’Asl partenopea che ieri presenziava alla Stazione Marittima. «C’è una programmazione delle presenze, per cui non possiamo far entrare i candidati prima dell’orario prestabilito - aggiunge il manager - per evitare di creare la calca all’esterno del centro, invitiamo tutti a rispettare le nostre indicazioni». Una cosa è certa: gli over70 napoletani preferiscono nutrire qualche perplessità sul vaccino, piuttosto che convivere con la paura del contagio. “Non nascondo di aver avuto qualche dubbio quando hanno sospeso AstraZeneca ma, col passare dei giorni, mi sono convinta che è un farmaco buono” confessa Pasqua Procino, 72enne originaria di Bari ma da anni trapiantata a Napoli che, è stata registrata dalla figlia “appena è stato possibile accedere alla piattaforma”.

Anche i più scettici, come Elena Cosentini, 73enne e un passato da medico specializzato in Immunogenetica, hanno accettato AstraZeneca “per senso di responsabilità e per contrastare la corsa del virus”. “Ho seguito con attenzione l’interruzione del farmaco e i dibattiti scientifici sulla sua sperimentazione, per cui siamo praticamente delle cavie- continua Elena- sono dispiaciuta ma rassegnata riguardo questa somministrazione e l’unica cosa che spero è riacquistare la libertà”. “Qualche rischio c’è sempre ma bisogna affidarsi alle istituzioni competenti e credere nella campagna vaccinale, come unica arma contro il virus” spiega Giovan Giuseppe Serrao d’Aquino, 76enne napoletano che non nasconde la disapprovazione “per i medici e i sanitari che non vogliono vaccinarsi”. 

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«Volevo fare il vaccino Pfizer perché avevo parlato col mio medico curante che me lo aveva consigliato per le mie patologie ma invece, ho ricevuto AstraZeneca», racconta Michele Imbimbo, 73enne napoletano che ha preferito non tornare una seconda volta al centro vaccinale. «Ho spiegato la mia situazione all’equipe vaccinale ma mi hanno comunicato che sarei dovuto tornare con la documentazione cartacea- spiega l’anziano- sinceramente ho preferito rassegnarmi ad AstraZeneca piuttosto che rifarmi file e attese per il vaccino». 
Riguardo la possibilità di rifiutare il farmaco, le equipe vaccinali hanno fatto sapere che “chiunque può rifiutarsi di sottoporsi al farmaco e tornare nuovamente con la documentazione cartacea che sarà valutata dai medici dell’Asl, rimandando la somministrazione anche al giorno dopo senza ulteriori convocazioni». Viceversa, c’è stato chi non vedeva l’ora di ricevere AstraZeneca per fare un passo in avanti verso l’immunità. «Le polemiche dobbiamo lasciarle stare e pensare che ricevere un vaccino, qualunque esso sia purché approvato dalle istituzioni sanitarie, è l’unico antidoto per tornare alla normalità», spiega Antonio Melchiorre, 72enne napoletano che dirige strutture alberghiere a Capri. La sensazione è quella di «sentirsi liberati e tutelati», anche per chi ha ricevuto Pfizer come Barbara Pelegrini, 71enne con patologia respiratoria, disposta anche a fare AstraZeneca perché «la paura bisogna averla del Covid non del vaccino».
 

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