Crac Deiulemar a Torre del Greco, ultimo atto: oggi sentenza sui 5 indagati

Crac Deiulemar a Torre del Greco, ultimo atto: oggi sentenza sui 5 indagati
di Aniello Sammarco
Venerdì 17 Maggio 2019, 09:48 - Ultimo agg. 4 Luglio, 18:55
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Gli obbligazionisti hanno predisposto due pullman che sono stati riempiti praticamente del tutto. La partenza alla volta di Roma è in programma nelle prime ore della giornata. Un centinaio di persone per far sentire la «pressione» dei quasi tredicimila truffati sul collegio giudicante chiamato oggi a scrivere la parola fine sul processo penale agli armatori accusati del crac da 720 milioni di euro della Deiulemar compagnia di navigazione.
 
È il giorno della verità per i cinque indagati che ancora devono conoscere il loro destino definitivo nell'ambito di un procedimento iniziato sette anni fa, prima con la dichiarazione di fallimento del 2 maggio 2012 e poi con gli arresti del luglio successivo. Nel mezzo hanno visto chiudere i conti con la giustizia sia Leonardo Lembo, condannato a 4 anni per patteggiamento, che la vedova dell'ex amministratore unico Michele Iuliano, Maria Luigia Lembo. Per gli altri imputati il conto definitivo sarà servito oggi dalla Cassazione nell'udienza in programma a partire dalle 11: a giudizio sono rimasti i fratelli Pasquale, Angelo e Micaela Della Gatta, tutti figli di Giovanni Battista; l'unico fondatore ancora in vita del gruppo, Giuseppe Lembo; Giovanna Iuliano, unica erede del capitano Michele Iuliano. La Corte di Appello un anno e mezzo fa inflisse - rivedendo al ribasso le condanne del primo grado - 13 anni a Lembo; 11 anni e 8 mesi ad Angelo e Pasquale Della Gatta, 5 anni e 4 mesi per le ultime due donne rimaste in attesa di giudizio definitivo.

Per la tappa conclusiva di un percorso giudiziario iniziato con l'arresto dei presunti responsabili del fallimento della Parmalat del mare, ci sarà una buona mobilitazione dei risparmiatori. Ma non tutti gli obbligazionisti diretti a Roma hanno la certezza di assistere al dibattimento e alla lettura del dispositivo: «Sappiamo che le aule sono piccole - spiega uno di loro - e che non abbiamo la certezza di partecipare all'udienza. Ma vogliamo essere lo stesso presenti, come del resto lo siamo sempre stati in tutti questi anni, perché intendiamo conoscere subito il nostro destino e soprattutto quello di chi ci ha ridotti sul lastrico». Gli obbligazionisti si porteranno dietro striscioni e cartelli prodotti in sette anni di mobilitazione. L'obiettivo è manifestare prima dell'inizio dei lavori.

Dalla condanna definitiva degli armatori si aprirebbe uno spiraglio anche di natura economica per i risparmiatori, visto che permetterebbe di liberare somme oggi vincolate per rispondere ad eventuali cause risarcitorie, garantendo una cifra che consentirebbe un ristoro pari a circa l'1 per cento delle somme investite nei presunti bond dell'ex colosso armatoriale di via Tironi. Una cifra che andrebbe ad aggiungersi al 3,5 per cento circa già recuperato da ogni investitore. Cifre irrisorie rispetto al monte complessivo dei crediti vantati dai truffati Deiulemar. Da domani però la partita decisiva dovrebbe essere concentrata sulle diverse cause risarcitorie aperte, a cominciare da quella legata al sequestro conservativo da quasi 400 milioni ai danni della Bank of Valletta, istituto di credito maltese sui cui conti - secondo la curatela fallimentare della società di fatto - si ritiene siano transitati i fondi legati a trust riconducibili agli armatori oggi a processo.
 
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