Crac Tirrenia, sequestrati 20 milioni a Onorato: l'armatore annuncia ricorso

Crac Tirrenia, sequestrati 20 milioni a Onorato: l'armatore annuncia ricorso
di Antonino Pane
Venerdì 19 Novembre 2021, 10:13
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Crac Tirrenia, aggredito il patrimonio personale della famiglia Onorato. Il Tribunale di Milano, infatti, su richiesta dei commissari di Tirrenia in amministrazione controllata ha disposto il sequestro di beni della società capofila familiare, la Onorato Armatori, per 20 milioni di euro. Una batosta, del tutto inaspettata da Vincenzo Onorato, che ha sempre difeso il suo operato e quello dei suoi figli. La tesi portata avanti dai legali di Tirrenia, secondo il professor Pier Filippo Giuggioli e l'avvocato Adriano Curti, è stata «pienamente accolta», si legge in una nota. In pratica in sede civile il Tribunale ha riconosciuta «la responsabilità della holding» degli Onorato, «per aver drenato risorse di Cin per oltre 210 milioni così da impedire a quest'ultima di ripagare all'amministrazione straordinaria il prezzo di 180 milioni per la cessione della flotta».

E non basta. Nella nota dei legali, si precisa che il Tribunale «ha ritenuto opportuno concedere il sequestro anche in ragione della gestione societaria oscura di cui è responsabile la famiglia Onorato che, fra l'altro, non deposita i bilanci dal 2017». E così è nato, in parallelo, il procedimento della Procura di Milano per bancarotta fraudolenta in cui sono indagati Vincenzo Onorato e il figlio Achille. Bisogna precisare che la limitazione del sequestro a 20 milioni è dovuta, presumibilmente, alla possibilità di Cin di ripagare parzialmente il debito nei confronti di Tirrenia, nell'ambito del piano di concordato che è attualmente in corso di approvazione presso il Tribunale di Milano.
Intanto si è in attesa della verifica con governo sulla possibilità di trovare un accordo tra commissari straordinari di Tirrenia e la Cin del Gruppo Onorato.

In particolare proprio Cin ha ritenuto troppo diretto il suo coinvolgimento nelle ipoteche necessarie per sbloccare la situazione. Dal canto loro i commissari di Tirrenia hanno sempre ribadito che il tavolo con ministero dello Sviluppo economico, dell'Economia, delle Infrastrutture e della stessa presidenza del Consiglio, deve prendere atto del coinvolgimento in solido di Cin nella parte ipotecaria. Insomma si è aperto un nuovo braccio di ferro dove non si intravedono soluzioni a breve a meno che, come indicato da Cin, la parte pubblica non decida di ricorrere alla Golden Power, prevista quando si opera in un settore strategico come quello dei trasporti. Insomma Cin chiede che il governo sia garante oltre che creditore.



Ma torniamo al sequestro. Secondo la Onorato armatori, la vicenda si fonda interamente su una relazione resa dalla dottoressa Stefania Chiaruttini, che si troverebbe «in posizione di evidentissimo conflitto d'interessi, per essere contestualmente consulente sia di Tirrenia in amministrazione straordinaria che dell'Attestatore del piano di ristrutturazione del gruppo». Si tratta di «una posizione già ampiamente confutata da numerosi pareri pro-veritate formulati da primari professionisti indipendenti e che si inserisce in un contesto in cui il Gruppo Onorato, che sta ricevendo il sostegno delle banche e della maggioranza dei bondholders, ha più volte presentato a Tirrenia una proposta di ristrutturazione con dei ritorni che rappresentano un unicum in un simile scenario». Il provvedimento - precisa ancora la Onorato armatori - sarà oggetto di reclamo innanzi al Tribunale, «nel cui operato il Gruppo Onorato ripone piena fiducia». Inoltre, il Gruppo Onorato ed i consulenti fanno anche sapere che continueranno le già riavviate trattative con Tirrenia «nella speranza che il Ministero dello Sviluppo Economico, così solerte nel farsi parte attrice per i disservizi di un noto provider di intrattenimento calcistico via web (Dazn ndr) dia finalmente una risposta ai numerosi solleciti ricevuti dalla compagnia e dalle parti sociali, con 6.000 famiglie in attesa di riscontro positivo». Questo passaggio sarebbe l'ultimo tassello mancante alla definizione del piano di ristrutturazione del Gruppo Onorato «i cui risultati commerciali ed industriali - precisa la nota - hanno superato ampiamente la crisi del Covid e le previsioni».
 

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