Crescenzo Marino, arrestato il boss star dei social grazie ai soldi della camorra

Crescenzo Marino, arrestato il boss star dei social grazie ai soldi della camorra
di Luigi Sabino
Venerdì 29 Luglio 2022, 18:14 - Ultimo agg. 30 Luglio, 09:05
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Vacanze in località esclusive, cene in ristoranti stellati, frequentazioni con astri nascenti della musica trap e weekend in giro per l’Europa. È una vita all’insegna del lusso quella che, fino a ieri mattina, conduceva Crescenzo Marino, arrestato con l’accusa di far parte dell’organizzazione criminale fondata da suo padre Gennaro e da suo zio Gaetano.

Per rendersene conto basta dare uno sguardo al suo profilo su TikTok, il popolare social network. Qui, il rampollo dei Macchei, come i Marino sono conosciuti, nel corso degli anni ha postato, regolarmente, i video della sua vita da nababbo.

Lo scorso anno, ad esempio, documentò, con dovizia di particolari, la lussuosa vacanza che si era concesso a Mykonos insieme ad alcuni amici. Casa che affaccia direttamente sulla spiaggia, cocktail in piscina e serate in discoteca oltre a cene in alcuni dei ristoranti più costosi dell’isola, come Salt Bae, dove un hamburger può costare anche 60 euro. Ancora, in un altro video, risalente a qualche tempo prima, Marino è a Parigi. Lo si vede, infatti, mentre percorre il lungosenna a bordo di una Ferrari. 

Fisico palestrato e una passione smodata per i pitbull di cui, sembra essere anche allevatore, Crescenzo Marino, grazie ai social, è diventato una vera e propria star. Su TikTok, ad esempio, ha un esercito di oltre 40 mila follower pronti a commentare i suoi post. Un’immagine, quella del vip, che, secondo la Procura antimafia di Napoli, il 25enne si sarebbe creato servendosi dei soldi della cosca delle Case Celesti

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Un’indagine complessa, quella in cui è finito Marino, che prende le mosse dalle attività delle forze dell’ordine per rintracciare l’allora latitante Roberto Manganiello, considerato esponente di spicco del sodalizio di via Limitone ad Arzano. Nelle attività di intercettazione, predisposte a carico di soggetti che potrebbero portare alla cattura del ras, sarebbero emersi elementi per ritenere che anche il figlio di Gennaro Mecchei fosse implicato nelle attività del sodalizio. Il tutto nasce da alcune intercettazioni a carico di Raffaele Barretta, sospettato, fino ad alcuni anni fa, di essere il cassiere del clan. A lui, secondo gli investigatori, sarebbe spettato il compito di raccogliere il denaro incassato con l’attività di spaccio e di procedere, poi, alla suddivisione dei guadagni tra i soci della piazza. Barretta, però, ad un certo punto avrebbe tradito la fiducia del clan Marino e sarebbe scappato con una grossa somma di denaro. La sua fuga, tuttavia, dura poco perché, ad un certo punto, avrebbe chiesto ai vertici del sodalizio di poter far ritorno alle Case elesti’, permesso che, stranamente, gli viene accordato ma solo ad una condizione ossia che restituisse il maltolto. Condizione che, dalle indagini, Barretta avrebbe accettato. In alcune intercettazioni, infatti, discute con la moglie di somme da consegnare a diversi personaggi ritenuti organici al sodalizio e tra questi ci sarebbe stato anche Crescenzo Marino. Sono state proprio queste intercettazioni a far piombare sul 25enne la pesante accusa di associazione camorristica. Ieri mattina, quindi, l’arresto. Una storia, però, che non sembra ancora essersi conclusa e che potrebbe riservare ancora diversi colpi di scena. 

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