Crisi energetica a Napoli: «Costi record per l'ambiente, molte aziende a rischio crac»

Crisi energetica a Napoli: «Costi record per l'ambiente, molte aziende a rischio crac»
di Valerio Iuliano
Giovedì 26 Maggio 2022, 12:00
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Le aziende che operano nel settore ambientale sono alle prese con le conseguenze del caro-energia e con la penuria di materie prime. «Raccogliamo e selezioniamo dai nostri clienti, aziende ed enti pubblici, rifiuti riciclabili in molte aree della Campania, in particolare quella dell'Interporto Cis di Nola. Abbiamo clienti in tutta Italia», spiega Vincenzo Scatola, direttore dello stabilimento di Nola di Mw multiservices, società del gruppo Ecosistem S. Felice, che opera da oltre 20 anni nel campo dell'ecologia. «I rifiuti vengono selezionati, riutilizzati e trasformati. Il cartone, ad esempio, con un processo industriale viene compattato in una balla e inviato a clienti che lo riutilizzano, trasportato su rotaia. A Nola c'è anche una seconda linea industriale. Abbiamo il brevetto mondiale per la triturazione di contenitori di vetro cavo, da cui ricaviamo sabbia di vetro lavorata industrialmente e reimmessa sul mercato. Viene utilizzata in molti settori, come edilizia e cosmetica. Ma il primo produttore europeo di sabbia di vetro è l'Ucraina. La guerra ha determinato carenza di vetro. Siamo un'azienda fortemente energivora perché i processi industriali fanno uso intensivo di elettricità. Intanto, i costi dei materiali sono lievitati in maniera vertiginosa. Quadrare i conti è un'opera ormai impossibile. Il nostro è uno dei settori più penalizzati. Per la lavorazione dei rifiuti servono anzitutto gasolio ed energia elettrica».

L'installazione di impianti dotati di energie rinnovabili è l'attività principale di Energy drive Srl, azienda nata nel 2009 a Nola, con 4 filiali in altrettante regioni italiane. «Ci occupiamo prevalentemente di fonti rinnovabili - spiega Giampaolo Pavone - con la gestione del progetto di implementazione per i privati o per le imprese.

Nel contempo siamo impegnati anche nel settore della domotica, della mobilità e della gestione intelligente dell'acqua. Per la realizzazione degli impianti, curiamo tutte le fasi, dall'analisi dei consumi alla progettazione della soluzione tecnologica più adeguata, dall'acquisto dei materiali all'implementazione della soluzione stessa. Stiamo lavorando molto con il superbonus». I numeri sono decuplicati rispetto agli anni scorsi, ma «occorre sottolineare che sono dati viziati dal superbonus. La situazione è molto confusa, perché da un lato ci sono gli interventi governativi per far ripartire l'economia e dall'altro le aziende non beneficiano di agevolazioni. E i materiali, come l'alluminio indispensabile per il fotovoltaico, non si trova più. Il rame è diventato come l'oro, con quotazioni elevatissime. Mancano pure le pompe di calore, per il blocco dei chip dall'Asia. Dovremmo sfruttare il Pnrr per riportare in Italia la produzione di materie prime, per diventare autonomi».

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La Di Gennaro Spa, specializzata nel recupero di rifiuti secchi non pericolosi, soprattutto plastica, cartone e vetro, ha sede nell'area industriale di Caivano. «Si tratta di un'azienda familiare storica - sottolinea l'amministratore delegato Giuseppe Di Gennaro - nata più di 100 anni fa nel cuore di Napoli raccogliendo stracci, rottami metallici, cartoni. Oggi è una realtà industriale con oltre 100 dipendenti. La tecnologia per il recupero dei materiali, soprattutto quella delle plastiche, è complessa e molto evoluta. Per ogni tipologia di plastica, con la differenziata, si ricavano polimeri diversi pronti per l'industria del riciclo». Tra i clienti della Di Gennaro SPA ci sono le pubbliche amministrazioni - «il Comune di Napoli ci porta buona parte del multimateriale leggero» - e i consorzi dei diversi materiali d'imballaggio, in primis plastica. «Le attività di selezione sono energivore, si utilizzano molti macchinari alimentati elettricamente. Lavorando da un lato con le PA e dall'altro con i consorzi, quindi con gare pubbliche o con contratti-quadro nazionali di lunga durata, è molto difficile vedersi riconosciuti aumenti di corrispettivo a fronte di quelli dei prezzi dell'energia.  Al rincaro dell'energia, già evidente dall'inizio del 2021, per il nostro settore si aggiunge quello della gestione degli scarti, ossia le frazioni improprie che residuano dai processi di selezione e vanno avviate a recupero energetico o smaltimento». 

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