«I nostri figli sono stati ammazzati dallo Stato, ora lo Stato ne onori la memoria con un monumento»

«I nostri figli sono stati ammazzati dallo Stato, ora lo Stato ne onori la memoria con un monumento»
Domenica 19 Agosto 2018, 16:47 - Ultimo agg. 18:11
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«I nostri figli sono stati ammazzati dallo Stato, ora spetta allo Stato onorarne la memoria». Rompe il silenzio Francesco Esposito, padre di Gerardo, il ragazzo di 26 anni morto insieme con tre amici (Giovanni Battiloro di 29, Matteo Bertonati di 26 e Antonio Stanzione, di 29) nel crollo del ponte di Genova. Lo fa per avanzare una richiesta alle istituzioni, in particolare al Comune di Torre del Greco, dove i quattro ragazzi risiedevano: «Abbiamo apprezzato la vicinanza dell'ente - afferma - ma al sindaco Giovanni Palomba abbiamo chiesto un preciso impegno. Quello cioè che i nostri figli, i figli di Torre del Greco come li ha definiti il primo cittadino, siano ricordati con un monumento nel nostro cimitero».
 

 

Secondo Francesco Esposito occorre fare di questa tragedia «un monito che sia visibile a tutti all'interno del cimitero. Un monumento che ricordi una tragedia dello Stato, come avvenuto ad esempio per il Moby Prince, il traghetto bruciato al largo di Livorno e nel quale persero la vita sette nostri concittadini».
 

Una richiesta che Esposito insieme con altri familiari delle quattro giovani vittime (due delle quali sono state cremate) hanno avanzato al sindaco Palomba e sulla quale si sono mobilitati anche rappresentanti di partiti politici presenti in Consiglio comunale. «Nei prossimi giorni tornerò al cimitero per seguire le ultime procedure relative alla sistemazione dei resti mortali di mio figlio presso la congrega di San Michele: spero che in quella giornata il Comune possa già darmi le risposte che attendo» conclude Esposito.

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