Crollo volta degli Incurabili: si amplia la voragine, sgomberato l'ospedale

Crollo volta degli Incurabili: si amplia la voragine, sgomberato l'ospedale
Sabato 6 Aprile 2019, 12:28 - Ultimo agg. 7 Aprile, 09:15
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Chiude per pericolo crolli l'ospedale Incurabili di Napoli. Spostati all'Ospedale del Mare i reparti di Chirurgia, Urologia, Medicina e Rianimazione con i loro 23 pazienti. Ventuno le famiglie che dovranno lasciare le loro abitazioni, evacuata tutta l'ala del complesso in cui hanno sede la chiesa, la storica farmacia e alcuni uffici dell'Asl.

La decisione del commissario straordinario dell'Asl Napoli 1, Ciro Verdoliva, arriva a distanza di due settimane dal cedimento che il 24 marzo scorso ha interessato la volta a sostegno del pavimento della chiesa Cinquecentesca di Santa Maria del Popolo degli Incurabili sita all'interno del complesso monumentale che ospita anche l'antico ospedale. E due giorni dopo la relazione del Dipartimento di Strutture per l'Ingegneria e l'Architettura dell'Università Federico II di Napoli in cui si evidenzia che «i quadri fessurativi emersi possono provocare collassi improvvisi di solai e volte non necessariamente collegabili ai carichi verticali».
 

 

​La relazione - firmata dal responsabile scientifico del dipartimento Edoardo Cosenza e dal direttore del dipartimento Andrea Prota - prende atto di una evoluzione del quadro fessurativo frutto di «un cinematismo in atto» e indica la necessità di «sgomberare tutti i volumi sottostanti i locali di maggior pregio (chiesa e farmacia) e i volumi contigui per consentire il puntellamento dal basso, limitando la possibilità di accadimento dei collassi improvvisi». Raccomandando, inoltre, l'esecuzione dei lavori del grande progetto Unesco in parallelo, o dopo lo sgombero e il puntellamento, per consolidare quelle opere di architettura, come volte incannucciate e archi stuccati, che mostrano evidenti sofferenze.

Il sopralluogo di stamani ad opera di vigili del fuoco e Protezione Civile ha certificato l'interdizione delle aree a rischio. Le attività sanitarie direttamente interessate dal provvedimento - in quanto contigue all'area a rischio - sono solo una parte della struttura ospedaliera, e cioè quelle relative al blocco operatorio, alla Radiologia e a una parte della Chirurgia. «Ma a quel punto - spiega Verdoliva - non aveva senso tenere qui i pazienti se il blocco operatorio o il servizio di Radiologia, ed altre aree operative e di percorsi comuni, non sono più agibili. Provvederemo anche al trasferimento delle opere d'arte e dei manufatti custoditi nella storica farmacia».
 

​Ingenti i lavori di puntellamento necessari per la messa in sicurezza dell'edificio: impossibile al momento stabilire i tempi di una possibile riapertura dell'ospedale. La cabina di regia resta attiva per il monitoraggio della vicenda e per evitare disservizi.

«Tengo a sottolineare - precisa Verdoliva - che la decisione di spostare tutti i reparti in un'unica struttura, l'Ospedale del Mare, e non in vari plessi ospedalieri, intende salvaguardare le identità delle singole unità operative». Una volta evacuate le famiglie, martedì una riunione con la Soprintendenza stabilirà dove andrà trasferito e messo in salvo l'enorme patrimonio artistico del sito. 

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