Ctp all'ultima fermata nel Napoletano: «In arrivo 20 milioni»

Ctp all'ultima fermata nel Napoletano: «In arrivo 20 milioni»
di Pasquale Guardascione
Mercoledì 9 Giugno 2021, 08:58
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Sarà il Tribunale di Napoli ad esprimersi sul piano concordatario di Ctp. Quello di Napoli Nord, davanti al quale era stato depositato il concordato preventivo in bianco avendo l'azienda di trasporto pubblico la sede ad Arzano, ha dato mandato alla cancelleria per la trasmissione degli atti per competenza ai colleghi del capoluogo, essendo presente a Napoli la sezione specializzata in materia d'imprese.

Slitta dunque la decisione sulla sostenibilità del piano, che «poggia su basi solidissime» secondo Enrico Panini, capo della segreteria politica della Città metropolitana. «L'impegno dei lavoratori ha consentito che da gennaio a maggio le perdite mensili si siano ridotte di due terzi - aggiunge Panini - e potranno migliorare ancora, con l'avvio dell'attività di vendita dei biglietti e della controlleria definita con il contributo dei sindacati, che ha l'obiettivo di incassare almeno tre milioni di euro in un anno».

Un dato positivo è che la produzione chilometrica ha visto il servizio incrementato del 35% dall'inizio dell'anno. «Non appena ci sarà autorizzato l'innesto dei 40 nuovi bus e l'utilizzo di ulteriori autisti interinali - dice ancora l'ex assessore di Napoli - verrà saturato l'intero piano di esercizio che tornerà ai livelli del 2010».

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Le condizioni che andrebbero così a realizzarsi - mettere l'azienda in sicurezza e di fermare le perdite - permetterà a Città Metropolitana, secondo il programma elaborato da Panini, di avviare una ricapitalizzazione pari a 20 milioni di euro (la data stabilita è il 17 giugno), soldi che saranno prelevati dall'avanzo di amministrazione accertato con una delibera di giunta. E che si aggiungeranno ai 30 milioni già disponibili per risolvere il problema relativo alle mancate indicizzazioni. Ma Ctp e Città metropolitana chiederanno al Tribunale di Napoli la nomina di un arbitratore, che dovrà definire la situazione delle indicizzazioni chilometriche arretrate. L'ex Provincia deve all'azienda 48 milioni di euro, somma da cui si partirà per raggiungere l'accordo di transazione finale. Dall'altra parte c'è una massa debitoria di 63 milioni di euro, che nel corso degli ultimi anni ha portato l'azienda in una situazione cronica di mancanza di liquidità che si è spesso riflettuta sui ritardi del pagamento dei salari ai dipendenti. Debiti nei confronti dell'erario, dell'Inps, dei fornitori, ma anche liquidazioni non pagate ai dipendenti andati in pensione.

«La messa in attività per un periodo limitato nel tempo di una newco consentirà di valorizzare gli asset attivi di Ctp e di soddisfare i creditori», assicura ancora Panini. In questo caso si tratterebbe del fitto di un ramo d'azienda, ma per ora è solo un'ipotesi. «Le risorse dell'aumento di capitale saranno rese disponibili a valle dell'approvazione del rendiconto di Città Metropolitana e comunque previa autorizzazione del tribunale: saranno somme utilizzabili, in tal caso, anche prima dell'omologa del concordato preventivo», dicono Pierino Ferraiuolo di Uil Trasporti, Eduardo Leongito di UglFna e Gennaro Esposito di Filt-Cgil. «Abbiamo reiterato con forza - ribadiscono - la richiesta di attivare tutte le misure necessarie per salvaguardare il personale garantendo un futuro lavorativo tranquillo, di confermare i processi annunciati assicurando la continuità di Ctp e la natura pubblica dell'azienda e, nel contempo, garantire il servizio per i cittadini dell'area metropolitana di Napoli e della provincia di Caserta».


Uno spiraglio, quindi, all'orizzonte per la rinascita dell'azienda. Da ieri si sentono più sicuri anche i seicento dipendenti e tutto l'indotto. «La newco resta un'alternativa praticabile se il percorso stabilito non dovesse andare a buon fine», dice Peppe Ferruzzi del coordinamento Usb lavoro privato: «Chiediamo investimenti e internalizzazioni di servizi come manutenzione e pulizie, visto i pessimi risultati avuti finora».

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