Napoli, l'ospedale San Paolo come un b&b: «Io, parcheggiato da 23 giorni in attesa dell'operazione»

Napoli, l'ospedale San Paolo come un b&b: «Io, parcheggiato da 23 giorni in attesa dell'operazione»
di Melina Chiapparino
Martedì 27 Luglio 2021, 11:09 - Ultimo agg. 28 Luglio, 08:31
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«Mi sento parcheggiato come fossi in un bed&breakfast, e non in un ospedale». Lo dice con amarezza, Gennaro Biondi, 77enne napoletano, vice presidente regionale dell'Associazione italiana trapiantati di fegato che, nella sua stanza degenti all'ospedale San Paolo, «aspetta un'operazione da quasi un mese». L'appello del professore universitario, docente di Geopolitica all'Unitelma Sapienza, a Roma, sarà oggetto «di una segnalazione alla magistratura contabile sulle carenze organizzative del presidio dove la mancanza di anestesisti sta compromettendo l'assistenza ordinaria», come si legge in una nota congiunta Fials - Nursid - Cisl.

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Da quanto tempo è ricoverato all'ospedale San Paolo?
«Sono stato operato il 25 giugno alla gamba destra, per la frattura di tibia e perone, riportando una profonda ferita nel tessuto muscolare in seguito a un trauma da schiacciamento.

Mi è caduto lo scooter addosso e mi ha praticamente disintegrato l'arto. Dopo questo primo intervento, i medici mi hanno messo un fissatore esterno e così sono stato dimesso: avrei dovuto aspettare qualche giorno prima dell'intervento definitivo, non aveva senso rimanere in ospedale. Sono stato nuovamente ricoverato il 5 luglio, nel reparto di Ortopedia per l'operazione che oramai aspetto da 23 giorni».

Come mai non è stato ancora operato?
«Inizialmente, non mi hanno potuto operare a causa della carenza degli anestesisti nel presidio: sono state garantite solo le urgenze. Nel frattempo, i temporali di poco più di una settimana fa hanno allagato una parte del blocco operatorio, del quale è in rifacimento il tetto. Ora che sono terminati i lavori per il ripristino delle sale operatorie, non mi hanno potuto comunicare la data dell'intervento, né la possibilità di programmarla, per la carenza degli anestesisti. Stanno operando i pazienti in emergenza e lo trovo giusto, ma anche aspettare così tanto tempo lede il nostro diritto alla salute».

Quali sono le conseguenze di questa attesa?
«Il mio intervento non è urgente ma non posso camminare ed essere autonomo con quel fissatore esterno sulla gamba. Il vero problema, nel mio caso, è che sono un trapiantato e avrei bisogno di effettuare i miei controlli nefrologici ed epatici ma finché sarò ricoverato qui non potrò farli. Ho un fegato e un rene trapiantati: avevo chiesto alla direzione ospedaliera di dimettermi affinché potessi effettuare i miei controlli e, successivamente, rientrare in reparto per l'operazione visto che aspetto da più di 20 giorni. Mi hanno detto che posso anche farlo ma poi perdo la priorità nella lista di attesa».

Come si sente?
«Sono preoccupato. Non vorrei aspettare troppo tempo per fare i miei controlli di routine ma, allo stesso tempo, ho la necessità di essere operato: voglio tornare a camminare. Le equipe dei medici sono state impeccabili, mi assistono con professionalità, ma non c'è organizzazione se nessuno è in grado di dirmi quando potrò essere operato. Non ho necessità di terapie o cure per la mia gamba ma solo di un intervento. Insegno economia e mi sento in un bed&breakfast, parcheggiato qui con un costo giornaliero di 420 euro alla sanità napoletana».

Il suo appello?
«Chiedo aiuto per tutti i pazienti che, non essendo urgenti, si ritrovano ad aspettare come me perché mancano gli anestesisti. Con le restrizioni per il Covid è ancora più faticoso rimanere isolati in ospedale e questa situazione, oltre a protrarre i tempi per rimettersi in forma, crea anche una grande frustrazione emotiva. Mi appello al governatore Vincenzo De Luca e al direttore dell'Asl napoletana, affinché possa essere garantito a tutti il diritto alla salute. Anche a chi non è in pericolo di vita, ma vede la sua notevolmente compromessa da questi rallentamenti».

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