Da piazza di spaccio a città del futuro: 63 milioni di euro per rigenerare il "Savorito"

Da piazza di spaccio a città del futuro: 63 milioni di euro per rigenerare il "Savorito"
di Francesco Ferrigno
Sabato 19 Marzo 2016, 08:40
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CASTELLAMMARE DI STABIA. Oltre 63 milioni di euro per rigenerare il rione “Savorito” di Catellammare. È partito il bando per l’intervento di housing sociale che interesserà la periferia nord della città. La gara sarà gestita dalla Stazione Unica Appaltante – Provveditorato Interregionale alle Opere Pubbliche per la Campania, il Molise, la Puglia e la Basilicata per conto del Comune di Castellammare.

Le offerte per l’affidamento in concessione di progettazione esecutiva, esecuzione dei lavori e gestione dell’intervento di riqualificazione e rigenerazione dovranno pervenire entro il 16 maggio.
Una pioggia di milioni di euro che potrebbero dare nuova vita al Savorito, quartiere post-terremoto divenuto negli anni una delle più grandi piazze di spaccio di droga del vesuviano gestita dalla criminalità organizzata.

Il progetto prevede la demolizione di 189 alloggi prefabbricati, la costruzione di 62 alloggi a libero mercato, di 105 alloggi di edilizia residenziale sociale e di 31 alloggi di edilizia residenziale pubblica da cedere al Comune, ma non solo. Prevista anche la realizzazione di un polo per l’infanzia, un centro commerciale, un impianto per la raccolta pneumatica dei rifiuti e un parcheggio interrato e per riqualificare circa 15mila mq di strade, parchi e aree attrezzate.
I 63 milioni di euro sono così ripartiti: contributo della Regione Campania in conto capitale per 13 milioni di euro, risorse del Comune di Castellammare per circa 8 milioni di euro e finanziamenti privati per oltre 41 milioni di euro.
Nell’agosto del 2015 tutti gli atti riguardanti il bando sono stati inviati alla Sua.

L’attenzione di istituzioni ed autorità dovrà essere massima. Il bando per l’housing sociale del Savorito rappresenta una sorta di evoluzione dell’iniziativa denominata “Contratto di Quartiere” mai portata a termine. La Prefettura di Napoli, infatti, tra il 2008 e il 2010 bloccò per ben due volte la gara individuando possibili rischi di infiltrazione camorristica.
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