Ha realizzato un vero è proprio reportage sui disastri provocati da pescatori e subacquei selvaggi sui fondali da Posillipo a Miseno, Pasquale Vassallo fotografo e sub esperto. Le sue foto, che in genere catturano le bellezze dell’ecosistema marino ottenendo riconoscimenti internazionali e premi fotografici prestigiosi – l’ultimo il Ploungeur d’or al “Festival Mondial de l’Image Sous-Marine a novembre 2017 - stavolta ha documentano lo stato di sofferenza dei fondali del nostro mare, troppo spesso lasciato in mano a pescatori senza scrupoli che agiscono anche in aree a forte valenza archeologica.
“Spesso sul fondale mi è capitato di trovare reti e nasse da pesca selvagge alloggiate tra avanzi di strutture d’epoca romana” dice Vassallo “l’area marina compresa tra Pozzuoli e Bacoli e disseminata di queste testimonianze e spesso sono sfruttate da pescatori non autorizzati. La sofferenza di pesci impigliati nelle reti abusive è atroce. Ho osservato reti messe in modo da intercettare i flussi di passaggio dei pesci e dove si pesca di continuo, tirando su pesci di tutte le taglie, senza fare selezione. Sono pescatori abusivi che senza alcuna autorizzazione, senza licenza di pesca, calano le reti in mare. E dove terminano le reti ci sono le nasse. Le immagini che ho scattato, in ambienti dove la pesca dovrebbe essere vietata, mostrano appunto le difficoltà che i pesci hanno a diventare grandi e a riprodursi prima di incappare nelle reti dei pescatori abusivi. I controlli sono pochi e fanno quello che possono ma intanto salpe, saraghi, scorfani, polpi e datteri di mare sono vittime di questo sistema”.
Insomma, un pesce che nasce nel mare flegreo, per poter crescere e riprodursi deve essere davvero scaltro e fortunato.