«Dobbiamo rilanciare tutto il comparto dell'edilizia sia per le opere pubbliche che per l'edilizia privata. Avremo a disposizione risorse imponenti nei prossimi anni e dobbiamo essere capaci di utilizzarle sia dotandoci di progetti sia semplificando le norme perchè in Italia abbiamo una palude burocratica che rende praticamente impossibile la trasformazione urbana e per fare un'opera pubblica in passano decenni con relativi processi per abusi in atto d'ufficio». Lo ha detto il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, intervenuto al convegno Ance “Sviluppo e costruzioni in Campania 1950 - 2030”.
De Luca ha affermato che «in queste condizioni l'Italia non regge: dobbiamo sburocratizzare tutto e dobbiamo rilanciare il comparto dell'edilizia che è quello che più immediatamente può dare respiro alla nostra economia». Il governatore ha riferito che «per ogni miliardo investito nell'edilizia si creano 15mila posti di lavoro e 3 miliardi e mezzo di economia indotta».
Poi una riflessione più complessiva. «Credo che il Governo si stia illudendo adottando un criterio di centralizzazione ministeriale.
«Abbiamo avuto decenni di nulla, a cominciare dalla città di Napoli - ha proseguito il governatore - ero a inaugurare piazza della Libertà a Salerno e mi sono domandato a Napoli quali opere pubbliche di rilievo sono state fatte negli ultimi 30 anni e non me ne è venuta in mente una. Nella mia città, che non è Napoli né Milano, abbiamo realizzato il più grande parcheggio d'Italia, una stazione marittima, un porto turistico con un privato, la metropolitana, un polo annonario, una cittadella giudiziaria ex novo e non quella porcheria del Centro Direzionale di Napoli che è una delle cose più ignobili che abbia mai visto sul piano della vivibilità». De Luca ha evidenziato che «la ricchezza di una città non è data solo dalla sua storia: non possiamo vivere in eterno sulle spalle dei Borboni o dei romani. Per Napoli vogliamo realizzare dei grandi progetti e poi c'è Bagnoli, una vergogna mondiale, dove ci siamo persi nel nulla».
«In passato non abbiamo avuto una grande reputazione, ed è vero che ci facciamo male con le nostre mani, ad esempio con Gomorra, perché non c'è nulla di peggio per diffamare un territorio che dire mezze verità. Non è grave dire cose false, mentire la cosa più grave è dire mezze verità. La camorra c'è, combattiamola, ma non è possibile che l'immagine di Napoli e della Campania debba essere ridotta solo ai delinquenti». Nel mirino di De Luca ancora un volta la fiction che racconta la saga del clan Savastano e che al Presidente della Campania non è mai piaciuta: «Il danno reputazionale che è stato fatto alla Campania e a Napoli - ha sottolineato - è immenso. La gran parte del discredito del Sud lo abbiamo prodotto noi con la nostra incapacità, cialtroneria amministrativa, con la mancanza di serietà e propensione alla clientela. I primi responsabili siamo noi, però cerchiamo di leggere la realtà anche quando si modifica perché l'immagine che c'era della Campania sei anni fa non è quella di oggi e infatti quando vado a Roma a fare le riunioni si alzano tutti in piedi mentre sei anni fa si facevano le risatine». In conclusione l'appello agli imprenditori a investire i loro soldi in Campania: «Venite a investire a Napoli e in Campania. Che ve ne fate di tutti questi soldi? Fate la fine di Bill Gates, se li mangeranno le vostre mogli».