Ambulanza assaltata a Napoli, la polizia: «Incidente accidentale». De Magistris: «Adesso si scusino»

Ambulanza assaltata a Napoli, la polizia: «Incidente accidentale». De Magistris: «Adesso si scusino»
Giovedì 17 Maggio 2018, 17:12 - Ultimo agg. 18 Maggio, 06:54
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Secondo quanto si apprende dalla Polizia le indagini sul caso dell'ambulanza di Napoli - secondo quanto denunciato da operatori sanitari assaltata con un palo di ferro lo scorso 12 maggio - si stanno orientando concretamente sulla natura accidentale e non dolosa dell'incidente. Stamattina il quotidiano La Repubblica, nelle pagine dell'edizione napoletana, aveva ipotizzato che l'ambulanza fosse stata colpita da un paletto che aveva divelto. 

La versione del danneggiamento da parte di un passante è stata smentita oggi dal sindaco, Luigi de Magistris, per il quale potrebbe essere successo altro e non un'aggressione. Un episodio, quello di sabato scorso, che fece dire al presidente dell'Ordine dei Medici di Napoli, Silvestro Scotti, che la città era come Raqqa, la città siriana distrutta dall'Isis. Le indagini stanno cercando di stabilire come sia stata causata la rottura del vetro e da chi. A tal fine dalla polizia è stata trasmessa alla magistratura una informativa di reato.

 

«Tutto è stato tranne che un'aggressione all'ambulanza, ai medici e agli infermieri» ha detto il sindaco di Napoli Luigi de Magistris in merito all'aggressione con un paletto di ferro ai danni di un mezzo del 118 denunciata sabato scorso dal direttore della centrale operativa del 118 Giuseppe Galano, e da Paolo Monorchio, presidente della Croce Rossa di Napoli. «Spiace - ha detto de Magistris - che approfittando di un episodio che sembrava andare in una direzione qualcuno ha pensato di utilizzarlo subito strumentalmente. Ormai appare chiaro da quello che emerge dai primi risultati investigativi, e dalle segnalazioni che i cittadini hanno trasferito agli organi istituzionali, che ci troviamo di fronte a una vicenda da una parte probabilmente casuale, uno scontro contro dei tubi di ferro, e per altri aspetti non anticipo cosa perché ancora al vaglio degli organi investigativi. Ci aspettiamo le scuse». Il presidente dell'Ordine dei Medici, Scotti, dopo l'episodio paragonò Napoli a Raqqa, la città siriana distrutta dall'Isis.

«Dispiace che si debba chiedere scusa, le uniche scuse le devono avere gli operatori del 118 che non avranno subito 32 aggressioni ma ne hanno subite di sicuro 31 dall'inizio dell'anno, un dato abnorme che non si registra in nessuna altra parte d'Italia». È amareggiato il presidente provinciale della Croce Rossa, Paolo Monorchio, la cui ambulanza, in servizio per il 118, lo scorso 12 maggio è stata coinvolta in un incidente che in un primo momento è apparso come un'aggressione. «Innanzitutto va detto che io ho ascoltato gli operatori dell'ambulanza in questione che mi hanno confermato, come già scritto nella relazione e nella denuncia, di non aver avuto nessuna sensazione di aver colpito nulla ma che nel camminare, in codice rosso, hanno avuto questo colpo per cui si è rotto il vetro del finestrino. Se fosse stato un incidente, e può succedere, non ne hanno avuto la sensazione», premette Monorchio che, però, va anche oltre. E cioè a tutta la polemica che dopo quell'incidente si è creata tra il presidente dell'Ordine dei Medici di Napoli che ha detto che Napoli è come Raqqa e il sindaco di Napoli che ha parlato di strumentalizzazioni e ha chiesto le scuse alla città. «Le uniche scuse le devono avere gli operatori del 118, cioè coloro che di notte, 24 ore su 24, 356 giorni l'anno, soccorrono le persone in difficoltà. Parliamo di aggressioni continue, di schiaffi, spintoni, insulti - dice Monorchio - mi dissocio dal fare le scuse, queste richieste dalle autorità sono fuori luogo. Il problema delle aggressioni esiste ed oggi è stato riconosciuto anche dal Comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza». «Ripeto, è la città di Napoli che deve chiedere scusa ai nostri operatori che nonostante un finestrino rotto ed una infermiera ferita non hanno certo fermato la loro corsa - conclude - Invece di dividerci dovremmo essere uniti e vicini a chi opera. Se ci si divide daremo la possibilità a quei pochi che si comportano male di continuare a farlo».

«Le parole del sindaco mi interessano poco, vuole continuare a nascondere la polvere sotto il tappeto e far passare la mia provocazione come un attacco alla città.
Invece la mia provocazione è servita se da lì è nata la richiesta di un comitato per la sicurezza» ha detto Silvestro Scotti, presidente dell'Ordine dei medici di Napoli, rispondendo alla richiesta di scuse da parte del sindaco. «Gli attacchi agli operatori sanitari - ricorda Scotti - sono stati comunque 31 dall'inizio dell'anno. Il 20 aprile un'ambulanza è stata oggetto di una sassaiola a Forcella, in quel caso non mi risulta fosse nata la richiesta di un comitato. Evidentemente la mia provocazione ha avuto effetto». Scotti spiega di non voler «cadere nella trappola del sindaco, che evidentemente ha altri obiettivi e ritiene che l'immagine della città sia più importante della sicurezza degli operatori, che invece è il mio unico obiettivo». «Sono dalla loro parte e li difendo, dovrebbero lavorare serenamente ma evidentemente non sono sereni se nessuno di loro si è indignato per la mia dichiarazione, l'unico indignato è il sindaco. Io ho detto che per gli operatori sanitari e per i medici lavorare a Napoli è come lavorare a Raqqa, se qualcuno vuole strumentalizzare faccia pure, aspetteremo la trentaduesima aggressione e vedremo se sarò io ad averne responsabilità» ha concluso. 
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