Crac Deiulemar Torre del Greco, l'hotel Sakura all'asta: ai truffati vanno le briciole

Crac Deiulemar Torre del Greco, l'hotel Sakura all'asta: ai truffati vanno le briciole
di Aniello Sammarco
Mercoledì 1 Dicembre 2021, 09:03
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Nelle sale del Sakura si svolse una partecipata e per certi versi drammatica conferenza stampa dell'allora amministratore unico della Deiulemar compagnia di navigazione. In quella sede Michele Iuliano e l'altro fondatore allora in vita, Giuseppe Lembo, incalzati dalle domande che arrivavano dagli obbligazionisti non solo negarono ogni possibile rischio di fallimento, ma portarono a garanzia degli investitori proprio l'immobile di via Enrico De Nicola. Non solo, Iuliano si lasciò scappare ad alta voce una considerazione - Questo albergo è della Deiulemar, quest'albergo è vostro - rivolgendosi a centinaia di risparmiatori evidentemente ansiosi. Era il gennaio del 2012. Quelle affermazioni accorate, accompagnate dalle lacrime dell'allora numero uno della società che aveva la sua sede principale in via Tironi, oggi risuonano clamorosamente beffarde. Non solo perché poco più di tre mesi dopo il tribunale di Torre Annunziata avrebbe decretato il fallimento della Parmalat del mare, ma anche perché dieci anni più tardi quel complesso finirà all'asta. E nonostante la base di partenza per la cessione della struttura sia considerevole (si parte da 8,3 milioni), gli obbligazionisti sanno che anche se dovesse essere ceduto a prezzo pieno, l'hotel e tutte le altre strutture annesse non regaleranno grandi soddisfazioni a quelli che Iuliano definì i proprietari del Sakura. Perché su quel complesso, che conta anche una piscina, un fornito impianto fotovoltaico e un'ampia area parcheggio, ci sono già diverse ipoteche che di fatto porteranno gli introiti a finire direttamente ai cosiddetti creditori privilegiati.

È un caso fortuito invece che la prima convocazione per la vendita sia fissata per il prossimo 25 gennaio, ovvero un decennio dopo quella affollata e beffarda conferenza del 2012. Allora era il 20 gennaio: gli uffici di via Vittorio Veneto erano stati chiusi dopo essere stati letteralmente presi d'assalto degli investitori che chiedevano indietro i soldi investiti. Il 16 gennaio fuori alla sede posta in pieno centro c'erano quasi 200 persone, il giorno seguente le presenze erano almeno raddoppiate. Si erano diffuse voci di insolvenza da parte della compagnia di navigazione, aggravate - questo era il parere unanime dei presenti - dall'incidente della Costa Concordia, che si scoprirà presto nulla c'entrava con la Deiulemar. Fu quello l'inizio della fine.

Restando invece all'asta del prossimo 25 gennaio, dalla relazione che fa la stima della piscina, del parcheggio e di quella che viene definita la parte residuale (un'ala del complesso oggi è già in funzione sia per ospitare gli avventori dell'albergo, sia per lasciare spazio agli anziani di una casa di riposo cittadina), «si tratta si legge nella documentazione agli atti della procedura fallimentare dell'ampia piscina fuori terra con relativo bar, spogliatoi, docce, servizi igienici, il vasto solarium e gli spazi liberi antistanti destinati a parcheggio per 4.840 mq, oltre alla porzione residuale del complesso che risulta essere di 21.515 mq». Chi fosse interessato può presentare la propria offerta in busta chiusa entro le ore 13 del 24 gennaio. Il giudice delegato è quello del fallimento Deiulemar, Amleto Pisapia: previsto un deposito cauzionale non inferiore al 10% del prezzo base oltre il 12,04% quale rimborso delle spese di ristrutturazione.

 
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