Deiulemar, spunta un prezioso presepe: ecco come potrebbe «aiutare» i creditori

Deiulemar, spunta un prezioso presepe: ecco come potrebbe «aiutare» i creditori
di Aniello Sammarco
Sabato 7 Marzo 2020, 09:00
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Si racconta di un incontro conviviale a casa di Giuseppe Lembo, uno dei tre fondatori della Deiulemar compagnia di navigazione. L'occasione, oltre che per festeggiare il periodo natalizio, era data dalla «presentazione» del presepe allestito nella lussuosa dimora del «comandante» in via Marconi. Era il Natale del 2010 ed erano lontane esattamente due anni le voci sulle difficoltà economiche del gruppo, poi fallito nel 2012 portando via con sè i 720 milioni di euro investiti nel corso del tempo da quasi tredicimila obbligazionisti. Alla festa parteciparono i componenti delle altre due famiglie, l'allora amministratore unico Michele Iuliano e i fratelli Angelo e Pasquale Della Gatta. Di quei pezzi pregiati si torna a parlare adesso, a un mese dalla scomparsa dell'ultimo patriarca della Deiulemar: gli attivisti del comitato Legalità e trasparenza costituito da diversi risparmiatori, da sempre all'opera per recuperare i loro soldi, fanno sapere che durante una ricognizione nella villa ne sono stati trovati un centinaio, compreso il Bambinello. Un ritrovamento importante, che al momento non ha però trovato conferme ufficiali negli organi fallimentari, che oltre a restituire potenzialmente alla collettività opere di notevole valore artistico ed economico, aprirebbe un nuovo fronte per i creditori alla ricerca di strade per tornare in possesso dei soldi investiti fino ad inizio 2012.

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Della Natività in possesso di Giuseppe Lembo, del resto, parlano illustri esperti, come in particolare Franco Mancini in un libro di 144 pagine intitolato Il presepe napoletano nel mondo, nel quale si parla delle «poche ma eccezionali figure della Natività - la Madonna, il San Giuseppe, il Trittico di cherubini e l'angelo - opera di Giuseppe Sanmartino. E al medesimo Sanmartino vanno anche ascritti il Fumatore e la Donna di faccende che con la Giovane donna di Salvatore Franco ed il Signore ricco di Francesco Viva, costituiscono il nucleo centrale della scena il Torchio». Della raccolta Lembo fu interessato anche il vicesegretario generale per la documentazione e le relazioni esterne dell'Archivio storico della Presidenza della Repubblica attraverso una lettera inviata dagli amministratori del gruppo Facebook Malati di Presepismo, con la quale si chiedeva che fosse direttamente lo Stato a intervenire «facendo valere il proprio diritto di prelazione, nel momento in cui i curatori della fallita compagnia di navigazione metteranno all'asta la collezione Giuseppe Lembo», sottolineando come sul presepe «trovano posto 140 figure, 55 animali e diverse decine di finimenti, alcuni dei quali realizzati da armaioli ed argentieri napoletani». 

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