Delinquenza minorile a Napoli: baby criminali crescono tra rapine, stupri e coltelli

Delinquenza minorile a Napoli: baby criminali crescono tra rapine, stupri e coltelli
di Giuseppe Crimaldi
Giovedì 13 Gennaio 2022, 09:00
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Escono di casa con il coltello o la pistola in tasca e sono sempre più protagonisti di reati contro la persona. Commettono più rapine e, quando fanno gruppo, diventano protagonisti di aggressioni, atti persecutori, bullismo, e violenze sessuali. È la radiografia aggiornata (e preoccupante) che fa luce sul pianeta minori e sulle sue oscure orbite. In queste ore negli uffici della Procura della Repubblica per i minori i magistrati lavorano alla stesura dei dati che confluiranno nella relazione sullo stato della giustizia nel distretto di Napoli in occasione della inaugurazione del nuovo anno giudiziario. Numeri e cifre destinati a far discutere e ad imporre un nuovo allarme.

In attesa della relazione, a parlare e a preoccupare restano i numeri.

Dati ufficiali forniti dallo SDI del comando provinciale dei carabinieri, la banca dati che raccoglie le indagini svolte e quelle in corso; i dati sono i più aggiornati e si riferiscono all'ultimo semestre (periodo che va dal primo giugno al 31 dicembre 2021) durante il quale si sono contati qualcosa come 240 minorenni denunciati in stato di libertà e 52 finiti in manette. 

Numeri che, da soli, testimoniano come il trend dei giovanissimi che diventano protagonisti di comportamenti illeciti sia in netta crescita rispetto al passato. Le misure cautelari si riferiscono alla commissione dei reati più gravi: soprattutto tentati omicidi, rapine e lesioni. Ma negli oltre 2000 fascicoli d'indagine aperti in un anno dalla Procura minorile partenopea - che ha una competenza estesissima, poiché copre tutti i distretti giudiziari della regione eccezion fatta che per Salerno - compaiono sempre più spesso anche altri gravi comportamenti e illegalità: a cominciare dalle violenze sessuali e dagli atti di bullismo riconducibili alle aggressioni di gruppo. Non mancano i casi di infradiciottenni (ragazzi in età compresa tra i 14 e i 18 anni) arrestati o sottoposti ad indagini per reati di camorra o legati allo spaccio di droga.

Nel lavoro dei nove sostituti minorili coordinati dalla procuratrice Maria de Luzenberger rientra poi tutto un altro universo giudiziario, che è quello legato al settore civile, meno clamoroso del penale ma di altrettanta fondamentale importanza; si tratta della parte che quasi mai assurge agli onori delle cronache, e che invece ha una funzione delicatissima: si decide in merito a situazioni di disagi familiari, allontanamenti e nei casi più gravi anche sottrazione della potestà genitoriale. Dall'incrocio dei dati civili e penali emerge con forza anche una certezza: nella maggioranza dei casi, il minore che delinque è quasi sempre un soggetto che ha interrotto il percorso scolastico o proviene da contesti familiari difficili. 

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Dietro questi dati ci sono vite e storie sbagliate, spesso interrotte precocemente dall'incontro con la giustizia. Come quella del 14enne scoperto mentre girava con pistola, coltello e passamontagna, il 15enne intercettato mentre faceva da palo ai complici maggiorenni durante un furto; l'adolescente che aiutava la madre a confezionare e spacciare dosi di cocaina, un 17enne che ha ridotto in fin di vita tre persone a coltellate per la precedenza su un parcheggio, o ancora i cinque ragazzini trovati dai carabinieri in una sala scommesse mentre avrebbero dovuto essere a scuola.

«L'assenza o la perdita del percorso scolastico - spiega al Mattino la procuratrice De Luzenberger Milnernsheim - è un fattore che facilmente si accompagna alla vita del minore che delinque. Purtroppo sul punto c'è una grave carenza, quella dei servizi sociali, che dovrebbero invece dare un supporto fondamentale sul piano della prevenzione. Napoli ha non pochi problemi legati alla carenza di personale, ma ci sono nel distretto altre e ben più gravi realtà - penso a Comuni come Caivano, Giugliano e Castel Volturno - nei quali questi servizi sono del tutto assenti». 

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