Delitto di Pordenone, l'indagato Ruotolo scrive una lettera: «La famiglia di Trifone ha mentito»

Giosuè Ruotolo, Trifone Ragone e Teresa Costanza
Giosuè Ruotolo, Trifone Ragone e Teresa Costanza
Sabato 24 Ottobre 2015, 17:29 - Ultimo agg. 17:35
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PORDENONE - Giosuè Ruotolo, unico indagato per l'omicidio di Trifone Ragone e Teresa Costanza - i fidanzati uccisi a Pordenone - smentisce l'esistenza di un debito. E lo fa in una lettera alla trasmissione 'Quarto Grado'.

"Non avevo debiti... Sono dispiaciuto per una mia presunta richiesta di 25 euro alla famiglia Ragone che mi sarebbero stati dovuti per il saldo di un pregresso debito del mio commilitone Trifone. Preciso nel modo più assoluto di non aver mai compiuto una tale richiesta e ritengo offensivo attribuirmi un fatto di così basso valore morale".



"Non mi sono mai recato nella loro abitazione prima del tragico evento per cene o altro e dopo il trasferimento di Trifone i nostri rapporti erano rimasti di cortesia", aggiunge per poi concludere: "Provo rispetto nei confronti della famiglia Ragone per l'immenso dolore che la stessa sta vivendo. Chiedo nel contempo che sia rispettato anche il dolore mio e dei miei familiari per il coinvolgimento in questa triste vicenda della quale mi sono da sempre ritenuto estraneo". Il militare, collega e amico del ragazzo ucciso, si riferisce al racconto dei genitori dello stesso Trifone che dicono di averlo conosciuto e ospitato nella loro casa in provincia di Bari.