Materazzo, spiraglio per Luca:
«Verso la perizia psichiatrica»

Materazzo, spiraglio per Luca: «Verso la perizia psichiatrica»
di Leandro Del Gaudio
Giovedì 12 Dicembre 2019, 09:47
3 Minuti di Lettura
Saranno i giudici della Corte di Assise di Napoli a nominare un pool di esperti per verificare la stabilità mentale di Luca Materazzo. Lo hanno stabilito i giudici della corte di assise d'appello, che hanno rimandato il fascicolo sul delitto di Chiaia ai colleghi che si sono espressi al termine del primo grado di giudizio. Tecnicamente si dispone un incidente di esecuzione, dopo che la condanna all'ergastolo è diventata definitiva, in seguito alla decisione di Luca Materazzo di rinunciare ai motivi di appello. Una scelta improvvisa, estemporanea (raccontata mesi fa dal Mattino), su cui i giudici della terza corte di assise di appello assumono una decisione unica nel suo genere. Di fatto, decidono di non decidere. E di disporre il trasferimento degli atti alla prima assise, la stessa che un anno fa ha condannato Luca all'ergastolo per l'omicidio del fratello Vittorio. Ed è ai colleghi della prima assise, che l'Appello chiede di valutare quanto concreta e attuale sia la sua decisione di rinunciare all'appello.

Delitto Materazzo, Luca gela tutti: «Rinuncio al processo bis»

LA PERIZIA
Chiaro il ragionamento: provate voi a stabilire se realmente Luca Materazzo era animato da un'effettiva volontà di rinunciare al processo in appello. Provate a stabilire se l'imputato era capace di intendere e di volere, quando ha chiesto di non andare avanti nel processo di appello. Si tratta di uno spiraglio, di una possibilità residua, per consentire di nominare un pool di esperti per analizzare il caso Luca Materazzo, di fronte a una posizione quanto meno contraddittoria assunta negli ultimi mesi. Tutto ruota attorno a quanto avvenuto all'inizio di ottobre, quando l'imputato prende tutti in contropiede (probabilmente anche se stesso), spedendo un telegramma di poche righe, con cui dichiarava la propria volontà di rinunciare al processo di appello. Pochi giorni dopo, Luca ha invece scritto una lettera ai giudici della terza assise appello, con cui chiedeva di revocare la rinuncia all'appello espressa nel telegramma, tanto da spingere i suoi difensori a chiedere una verifica sulla sua effettiva volontà. Un intreccio di istanze, che ha spinto i magistrati della terza assise appello a rimandare il caso al primo grado di giudizio. Che fare? Scrivono i giudici: «Ritenuto che l'unica previsione possibile per dare accoglimento alla richiesta difensiva è quella di considerarla un'impugnazione in relazione alla formazione del giudicato penale; ritenuto quindi che la competenza, con la formula suindicata dell'incidente di esecuzione, è dell'autorità che ha emesso la sentenza divenuta esecutiva, e dunque della prima sezione della corte di assise, si dispone di inviarsi alla prima assise gli atti relativi al caso Materazzo». Difeso dai penalisti Luca Bancale, Fabio Carbonelli e Alfonso Furgiuele, il 38enne a questo punto potrebbe essere visitato da specialisti nominati dalla prima assise. Attendono la conclusione della vicenda le parti civili, a partire dalla vedova dell'ingegnere ucciso Elena Grande (difesa dai penalisti Arturo e Enrico Frojo) e due delle tre sorelle di vittima e imputato (difese dagli avvocati Simona Lai e Gennaro Pecoraro).
© RIPRODUZIONE RISERVATA