Diana rischia la vita come Alex:
«Serve subito un donatore»

Diana rischia la vita come Alex: «Serve subito un donatore»
di Mariagiovanna Capone
Domenica 23 Giugno 2019, 08:46
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Nelle foto della scorsa estate, Diana sorride al papà mentre il vento le scompiglia la frangetta sbarazzina. Oggi quel sorriso è coperto da una mascherina, che potrà togliere soltanto dopo un trapianto di midollo osseo. Diana Bisceglia ha sei anni e nell'ottobre scorso le è stata diagnosticata l'aplasia midollare di grado severo. Una malattia idiopatica che si è mostrata sotto forma di edemi alle gambe e petecchie sotto agli occhi, e ora sta mettendo a serio rischio la sua vita. Il suo midollo ha smesso di funzionare correttamente e non produce come dovrebbe i tre elementi fondamentali del sangue: globuli bianchi, rossi e piastrine. All'ospedale Bambin Gesù, dove è in cura da novembre, hanno provato una terapia immunosoppressiva con globulina antitimocitaria di origine equina e ciclosporina, ma le cose non stanno andando bene e ora c'è solo la speranza del trapianto midollare. Per questo, l'Admo ha dato il via a una campagna di tipizzazione sulla scia di quanto già fatto per Alex e Gabriel: l'appuntamento da non mancare è sabato 6 luglio alle 9 in piazzale Tecchio 80 (piazzale antistante la facoltà di Ingegneria). In questa fase non ci sarà nessun prelievo di sangue ma soltanto un tampone salivare. Per farlo basta avere un'età compresa tra i 18 e i 35 anni, avere un peso corporeo di almeno cinquanta chili e godere di buona salute, o meglio, non avere patologie non compatibili con la donazione. Un aiuto non solo per Diana, ma per migliaia di bambini che attraverso la donazione del midollo possono ancora aggrapparsi alla vita.

 
OTTO MESI DI CALVARIO
Otto mesi fa le è stata diagnosticata l'aplasia midollare di grado severo. Un fulmine a ciel sereno perché Diana non ha mai mostrato sintomi di una malattia così grave. Era una bambina gioiosa e vivace come tutte le altre». Michele Bisceglia ripercorre i mesi scorsi come se le immagini gli scorressero davanti agli occhi. Ex pallanuotista del Circolo Posillipo degli anni d'oro, papà Michele oggi è avvocato e per poter seguire la figlia sta facendo la spola tra Napoli e Roma. «Abbiamo preso in affitto una casa vicino all'ospedale dove il professor Franco Locatelli la tiene in cura con vari day hospital a settimana». Diana ora è «trasfusione-dipendente. Si sottopone in media a due trasfusioni alla settimana ma la cura immunosoppressiva non ha dato alcun esito per cui l'unica via d'uscita è il trapianto di midollo». La sorellina Giulia purtroppo non è compatibile, e i genitori lo sono solo al 50 per cento, mentre nel suo caso bisognerebbe salire almeno all'80 per cento di compatibilità. «Il professor Locatelli ci ha spiegato che Diana ha un ambiente midollare ostile e più che mai le occorre un trapianto con un donatore compatibile al 100 per cento». Per questo il papà ha pubblicato sui social un appello che nel giro di poche ore è diventato virale: «Mi auguro che le migliaia di persone che l'hanno condiviso si presentino a Fuorigrotta il 6 luglio. Non solo per Diana ma per tutti i bimbi che attendono un donatore che gli salvi la vita».
GLI ALTRI BIMBI
Le campagne di tipizzazione organizzate da Admo sono in tutta Italia e si chiamano «Match4All» per trovare un donatore compatibile di midollo a tutti, ossia almeno 1.800 pazienti. Il trapianto serve a Gabriele, 21 mesi che lotta dalla nascita con la Sifd (Anemia Sideroblastica con Immunodeficienza delle Cellule B). Chiara, 14enne costretta da un paio d'anni a combattere contro la leucemia, che è tornata dopo qualche anno di tregua. E ancora Martina, Enrico, Francesco
DONATRICE SCOMPARSA
«Diana aveva trovato una donatrice tedesca a marzo» ammette papà Michele. «Ma ai due appuntamenti (11 e 18 giugno) la donatrice non si è fatta avanti facendole perdere tre mesi preziosi». Non si conoscono i motivi del dietrofront, che potrebbe essere legato a una scelta personale, una gravidanza o una malattia. Ma spesso c'è ignoranza sui prelievi del midollo. «Fino a qualche anno era un vero intervento chirurgico, ma oggi funziona come un normale prelievo di sangue» spiega Bisceglia. Inoltre, è possibile donare «al centro donatori più vicino a casa vostra. Loro si occuperanno del trasporto. Vi prego, un piccolo gesto può salvare Diana e tanti piccoli bambini che vivono in questa dimensione sospesa tra incubo e realtà. Aiutateci a tornare alla vita».
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