«Diecimila per un posto»
Il giallo del politico corrotto

«Diecimila per un posto» Il giallo del politico corrotto
di Maurizio Capozzo
Mercoledì 30 Novembre 2016, 00:00 - Ultimo agg. 14:56
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Un nuovo spaccato di malcostume legato alla politica. Soldi in cambio della promessa di posti di lavoro. Questa volta sullo sfondo c'è il neonato Ospedale del Mare di Napoli, un contenitore da riempire di posti di lavoro e, quindi, di clientele. È quanto emerge dal servizio mandato in onda ieri sera nel programma di punta di Canale 5, Striscia la notizia. È l'inviato Luca Abete a scovare questa volta «un politico campano» che non usa mezzi termini per chiedere 10mila euro all'interlocutore che si informa su come entrare nel vortice delle nuove annunciate assunzioni nel mega ospedale partenopeo.

Volto schermato e voce alterata puntano a coprire l'identità dell'ignaro politico, indicato nel servizio come «presidente della commissione Trasparenza di un comune del Vesuviano». Ed è subito caccia al personaggio, con il totonomi che rimbalza da un capo all'altro della provincia napoletana: i riflettori sono puntati sui centri dell'area vesuviana, immediatamente a sud di Napoli e quindi a ridosso del nuovo ospedale.

Il tam tam sulla incursione della troupe di Striscia era iniziato già nella mattinata di ieri quando sulla pagina Facebook di Luca Abete era comparso il promo del servizio che sarebbe dovuto andare in onda lunedì sera e che poi, invece, «per ragioni di scaletta» era stato rinviato. Nei pochi fotogrammi si parlava di «un politico campano che promette posti di lavoro in cambio di soldi». La vicenda, come spiegava in un post su Facebook lo stesso autore del servizio, nasce sullo sfondo del nuovo Ospedale del Mare di Napoli: «Tutti si tuffano sui posti di lavoro e, ovviamente, c'è chi se ne approfitta!». Sul social per tutta la giornata si erano inseguiti gli interrogativi sull'identità del politico in questione.

Dalla redazione di Striscia uno degli autori, Michela Lorusso, spiegava che «per ovvie ragioni non è possibile anticipare i contenuti del servizio» che seppure rinviato «comunque andrà in onda». E così è stato. Nel servizio trasmesso ieri si vede un uomo seduto alla scrivania che, matita alla mano e volto oscurato, parla col suo interlocutore seduto di fronte che chiede: «Non ho capito, quanto?». La risposta è «diecimila». «Da dare per fare questa cosa?» chiede ancora il soggetto che nasconde la telecamera, e il politico risponde «si». La conversazione tra i due dura alcuni minuti nel corso dei quali il politico non esita a fornire dettagli sull'operazione e sul suo ruolo nella vicenda. Salvo poi, all'arrivo dell'inviato Luca Abete, che mostra la registrazione effettuata giorni prima con una telecamera nascosta, negare ogni suo coinvolgimento.

La vicenda è, comunque, destinata a non chiudersi qui. Polemiche a parte sarà la magistratura eventualmente a chiarire ogni aspetto di questa storia ed identificarne i protagonisti. Dal mondo politico nessuna reazione. Solo in tarda serata si fa vivo il sindaco di Ercolano, Ciro Buonajuto che al termine di un dibattito sul referendum dice: «Se è vera questa vicenda, come sembra a guardare il video, sarebbe tristissimo e comunque auspico che si faccia chiarezza da parte dell'autorità giudiziaria, anche per tutelare il buon nome dei politici onesti di qualunque formazione».
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