Dieta vegana per sportivi, l'esperto risponde: «Ecco perché non è una soluzione ideale»

«Se si opta per questo tipo di alimentazione bisogna ammetterne le deficienze»

Sport agonistico e dieta vegana, binomio davvero possibile?
Sport agonistico e dieta vegana, binomio davvero possibile?
di Ferdinando Gagliotti
Mercoledì 9 Novembre 2022, 14:16 - Ultimo agg. 21:07
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Sport agonistico e dieta vegana, binomio davvero possibile? Nel mondo degli atleti è una domanda non nuova. La dieta vegana è un regime alimentare che non comprende nessun alimento di origine animale - carne, pesce, latte e derivati, uova e miele - e si basa sul consumo di cereali, legumi, verdura e frutta, sia fresca che secca, oli vegetali, bevande vegetali, semi. Le principali carenze nutrizionali nella dieta vegana sono quelle di proteine, zinco, calcio, ferro, vitamina D, Omega 3, iodio, taurina - aminoacido essenziale -, ma sappiamo che la preoccupazione di molti è rivolta principalmente alla mancanza di vitamina B12. Nel 2005 è persino nato il sito Vegansport.org, dedicato agli sportivi vegani, sui cui ci si scambiano domande, consigli e si raccontano imprese portate a termine proprio da sportivi vegani.

Ma quindi, è possibile performare ad altissimi livelli nello sport scegliendo una dieta vegana? Stando a quanto raccontato a Il Mattino da Claudio De Michele, preparatore di atleti professionisti per Allenamento Funzionale Italia, optare per una dieta “vegan” non è una soluzione ideale «sia per quanto riguarda la performance, sia per mantenere una qualità di vita adeguata», spiega il trainer. «Il motivo è semplice: nella dieta vegana si ha un quantitativo proteico abbastanza basso. Consideriamo che i primi 30 grammi di proteine che assumiamo nella giornata servono soltanto per potenziare il sistema immunitario. Ricerche scientifiche palesano quanto sia importante la massa muscolare e la forza, specie con l'avanzare dell'età, perchè abbassano il rischio di infotuni e ci tutelano dagli attacchi di agenti esterni come virus e batteri Non esageriamo, quindi, se affermiamo che scegliere una dieta vegana ti porta a essere un atleta debole e grasso». 

«Debole - continua De Michele - dal punto di vista delle difese immunitarie, perchè con poche proteine non puoi proteggere il tuo sistema immunitario.

Sappiamo che la gran parte degli enzimi, che sottintendono reazioni importanti nel nostro corpo, sono di natura proteica. Quindi, meno proteine hai, meno materia prima hai a disposizione per creare questi enzimi che ti proteggono. Grasso perchè le proteine sono fondamentali per espellere le tossine che assumiamo, non solo da un punto vista alimentare, ma anche a causa di profumi, creme o anche radiazioni. Dunque, senza proteine, queste tossine restano nel nostro organismo».

Ma non si può certo bollare la dieta vegana come completamente dannosa. Questa comporta una serie non trascurabile di benefici, rappresentata soprattutto «da quei vegetali che prima non consideravi, come le crocifere, i broccoli e il cavolo, dotati di sostanze che aiutano a detossificarsi e che agiscono da antinfiammatori. Anche qui però c'è un altro lato della medaglia: la dieta vegana prevede anche l'assunzione di sostanze “pro infiammazione”, come tanti grassi saturi e carboidrati raffinati». 

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Tirando le somme, dieta vegana sì o no? «Se si opta per questo tipo di alimentazione, bisogna ammetterne le deficienze. Pertanto, per alzare non solo il rendimento sportivo ma anche la qualità di vita, si dovrà pensare all'integrazione di alcune sostanze. Fondamentale integrare un complesso di vitamina B, perchè la vitamina più carente nella dieta vegana è proprio la B12, fondamentale in qualsiasi forma nel processo di metilazione - una delle strade che adotta il nostro organismo per detossificare. Il paradosso della dieta vegana sta tutto qui: cerco avere un regime alimentare che mi aiuta ad abbassare i livelli di infiammazione tessutale e a depurarmi, ma al contempo mi priva di alcune sostanze tipiche dei processi che devono detossificarmi».

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