Dipendente comunale hot a Ercolano, la Procura apre l'inchiesta: rischiano anche i colleghi

Dipendente comunale hot a Ercolano, la Procura apre l'inchiesta: rischiano anche i colleghi
di Carla Cataldo
Giovedì 21 Ottobre 2021, 07:41 - Ultimo agg. 15:48
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Gli atti saranno trasmessi alla Procura di Napoli nelle prossime ore. Ma di fatto l'inchiesta sulla dipendente comunale sorpresa a mettere in scena spettacoli hard negli uffici del cimitero di Ercolano è già cominciata. I vigili urbani hanno avviato le indagini mettendo insieme una corposa informativa nella quale si ipotizzano i reati di truffa, appropriazione indebita e mancata comunicazione di seconda attività. Accuse gravissime che potrebbero dar vita ad un processo penale nel quale il Comune ha già annunciato che si costituirà parte civile. Sviluppi di una vicenda che in questi giorni ha creato parecchi imbarazzi in municipio. Una bomba esplosa lunedì sera quando il tg satirico Striscia la Notizia ha mandato in onda il servizio sulla dipendente a luci rosse. Nel filmato veniva mostrato chiaramente come la donna - in servizio da trent'anni in municipio - trascorresse il suo tempo, durante l'orario di lavoro, collegata col pc del Comune su siti hard, mettendo in scena spettacoli online in streaming. Il tutto in cambio di offerte - i tokken - che i suoi ammiratori le donavano ad ogni scena hard. 

Già martedì la polizia municipale ha acquisito il famoso filmato finito in tv e identificato la dipendente che dopo l'arrivo delle telecamere nel suo ufficio aveva deciso di chiedere le ferie.

Atti che ora finiranno nelle mani dei pm di Napoli. Il primo passo di un'inchiesta che potrebbe però allargarsi a macchia d'olio. Nei video, infatti, si fa riferimento anche al ruolo che avrebbero avuto nelle esibizioni a luci rosse della dipendente alcuni colleghi d'ufficio. Soggetti allo stato non identificati che però, al pari dell'impiegata finita sotto accusa, rischiano grosso. E mentre prende forma l'inchiesta penale è già partito l'iter per il processo disciplinare al quale verrà sottoposta, già nelle prossime settimane, la sessantenne. La donna è stata ufficialmente sospesa dal servizio in via cautelativa e il prossimo 8 novembre dovrà presentarsi davanti alla commissione disciplinare per provare a dare una giustificazione convincente rispetto a quanto accaduto. 

Il Comune, intanto, non esclude che a breve possa anche scattare, viste le gravissime accuse e le prove schiaccianti, la procedura di licenziamento immediato. «Abbiamo già sospeso la dipendente e avviato il procedimento disciplinare finalizzato finanche al licenziamento - dice il sindaco di Ercolano Ciro Buonajuto - Ci costituiremo inoltre parte civile nel processo penale, perché il comportamento di un singolo non può gettare fango su una intera comunità. Ercolano è altro, è la bellezza delle ville vanvitelliane, è il fascino senza tempo del parco archeologico e la straordinaria immensità del Vesuvio. Non accettiamo lezioni di moralità da nessuno perché la nostra città ha sconfitto la camorra grazie al coraggio dei cittadini e adesso vuole continuare a investire in turismo e cultura». 

 

La vicenda della dipendente a luci rosse ha però anche scatenato il dibattito sull'atteggiamento dei dipendenti pubblici facendo finire sotto accusa l'intera macchina comunale. Una generalizzazione alla quale risponde la Cgil che nelle scorse ore ha condannato l'episodio finito sotto i riflettori della magistratura, difendendo l'operato degli altri lavoratori del Comune che ogni giorno combattono per offrire ai cittadini servizi adeguati. Il sindacato arriva a chiedere anche l'intervento della magistratura in merito alle carenze di organico che da tempo attanagliano gli uffici del municipio. «Ciò che è accaduto al Comune di Ercolano - spiegano i rappresentanti della sigla sindacale - ha dell'incredibile ed è inaccettabile. Tali comportamenti ledono la dignità degli altri lavoratori dell'ente che, con sacrificio e senso del dovere, lavorano in condizioni di sofferenza per la voluta carenza organica finalizzata alle esternalizzazioni, al fine di far funzionare una macchina amministrativa che dovrebbe avere un organico almeno di 400 unità lavorative. Ad oggi i dipendenti sono centosessanta. La Fp Cgil auspica l'intervento della magistratura per fare chiarezza sia sulle responsabilità individuali che su quelle pubbliche».

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