L’amore oltre ogni pregiudizio, ogni convenzione ma soprattutto oltre ogni barriera e nell’ottica di quel percorso di rieducazione e inclusione che il carcere deve avere tra i suoi obiettivi. Simboleggia questo la seconda unione civile che si è celebrata, a un mese di distanza, all’interno della Casa Circondariale “Giuseppe Salvia” di Poggioreale.
La coppia stavolta è formata da L.F e G.G., due detenuti di 37 e 28 anni, protagonisti di una cerimonia all’insegna di grandi emozioni e tanta commozione.
Nonostante il momento di difficoltà L. e G. hanno avuto modo di proseguire il loro percorso d’amore, seppure in un contesto insolito come quello del carcere, come confermano le promesse che i due si sono scambiati: «Amore mio, quattro anni fa ho conosciuto una persona speciale che mi ha fatto perdere la testa - sono state le parole di G. - Oggi stiamo realizzando il nostro sogno con un passo importante. Per tutta la vita avrai il mio sigillo al dito e io avrò il tuo». Una toccante dichiarazione d’amore cui hanno fatto seguito le parole del compagno: «Mica lo sapevo che mi avresti fatto luce nel buio, che i miei fantasmi li avresti stretti forte per farmi sentire meno solo - ha risposto L. - Il primo amore, mica lo sapevo che nel tuo abbraccio avrei trovato la mia ineguagliabile casa».
Frasi che hanno fatto emozionare tutti i presenti e che invitano a riflettere anche fuori dalle mura del carcere: «È stato per me motivo di orgoglio essere parte integrante di questa cerimonia - racconta Rosa Rubino, volontaria per Antinoo Arcigay Napoli nel progetto “Al di là del muro”, frutto di un protocollo di intesa tra l’associazione e la Casa Circondariale - C'è stata la massima partecipazione della penitenziaria e tanta emozione da parte loro, ma anche di tutti gli operatori che vi hanno contribuito. Auguro a L. e G. di essere altrettanto felici fuori nel futuro, come lo sono stati oggi, facendo emozione tutti noi».
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