Disabili, il mare dietro le barriere: andare in spiaggia a Napoli è una via crucis

Disabili, il mare dietro le barriere: andare in spiaggia a Napoli è una via crucis
di Maria Pirro
Domenica 9 Agosto 2020, 11:13 - Ultimo agg. 17:51
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Si fa presto a dire spiaggia accessibile ma poi mancano i parcheggi nei paraggi, i posti sono tutti occupati, il percorso per andare al lido è a ostacoli, causa barriere architettoniche, e persino la cassa diventa irraggiungibile. E non ci sono i servizi igienici attrezzati e neanche le docce con i maniglioni, figurarsi la sedia sostitutiva alla carrozzina. O la pedana ha una inclinazione tale da diventare, più che un aiuto, un nuovo pericolo: da evitare, se non si è amanti del brivido. Per questo, il mare non bagna Napoli. Almeno non per i disabili. Perché gli stabilimenti «friendly» lungo la costa, dalla Rotonda Diaz a Sorrento, fino a Capo Miseno, sono pochi e le difficoltà restano tante. E, nei casi più gravi, per gli ospiti delle residenze sanitarie, le misure anti-Covid complicano gli spostamenti e riducono ancora il numero di postazioni in spazi dedicati che, tuttavia, rischiano di accentuare lo stigma.

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LA STORIA
Il 50enne Luigi Casablanca sa bene cosa significa. Paraplegico, è finito sulla sedia a rotelle per le lesioni midollari dovute a un incidente in moto, come può capitare a chiunque. Quindi, avvisa: «Si tratta di problemi comuni, ma c'è ancora ignoranza su come affrontarli». Racconta la sua esperienza, in prima persona: «Accade a volte qualcuno si offra di aiutarmi per fare le scale o per accompagnarmi alla toilette, ma io non posso usare le gambe... Dovrebbero prendermi in braccio». Introvabile è già la mappa con i servizi disponibili, che spieghi, ad esempio, che sono installate discese e passerelle alla Marina di Capri, sull'arenile di San Francesco a Sorrento, «ma non altro, al momento, alla Rotonda Diaz». Invece, a Vico Equense il Chicchi beach e Isola verde hanno ombrelloni e sdraio riservati e gratuiti e "Da Vittorio" con Gianluca Mario e il suo papà è un simbolo del cambiamento possibile. Situazioni, insomma, non omogenee che disorientano le famiglie. «Riceviamo centinaia di richieste», certifica Francesca Esposito, del comitato Spiaggia SuperAbile: ha 36 anni, è mamma di una adolescente colpita da una malattia rara e impegnata nella campagna di informazione e sensibilizzazione sui diritti negati e da qualche settimana recepiti in una legge regionale che stanzia 500mila euro per le amministrazioni comunali e i gestori chiamati ad adeguarsi.

I DATI
«Ogni estate le difficoltà appaiono spesso insormontabili», interviene Toni Nocchetti, presidente della onlus Tutti a scuola che aggiunge: «Meno del 10 per cento dei disabili riesce fare un bagno a mare: la differenza tra il nostro e un Paese civile si misura con questi numeri». E, per colmare il divario, ognuno si muove come può. «Se l'associazione non avesse incontrato la solidarietà dell'Accademia aeronautica di Pozzuoli, neanche a 50 disabili alla settimana (pochissimi ovviamente!) potremmo garantire un tuffo», scuote la testa Nocchetti.

IL LOCKDOWN
Nicola Abbamonti è responsabile di una rsh, la residenza per disabili in via Adriano a Napoli. «Sono dieci, al momento, gli ospiti nella struttura pubblica, dell'Asl, e non escono dal lockdown di marzo, in osservanza alle misure nazionali e regionali anti-contagio», spiega l'operatore con rammarico. Stando alle precauzioni previste, tra cui la distanza interpersonale di un metro, anche gli spostamenti (comunque sospesi, per ora) appaiono complessi. «Ogni bus messo a disposizione da Napoli servizi potrebbe trasportare massimo due disabili per volta, sistemandone uno sulla carrozzina a rotelle. Sarebbe, dunque, necessario fare i turni per portarli sul litorale».

I SERVIZI
Così, l'emergenza Coronavirus riduce le già scarse opportunità. A spiegarlo è anche Salvatore Iodice, che ha organizzato il progetto Pro handicap a Capo Miseno, creando 25 anni fa il primo lido no-profit con lettini con le rotelle che anche ai disabili gravi consentono di fare il bagno. «Per garantire la sicurezza, non è più possibile ammettere gruppi», avverte. «E i posti sono dimezzati, meno di 30 in totale, con ingressi scaglionati e giorni di vacanza limitati, da sei a dieci, dando la priorità ai residenti che rientrano nel Piano di zona, che abitano cioè a Pozzuoli, Monte di Procida e Bacoli». Fin qui i pesanti disagi in spiaggia. Senza parlare di quelli per salire a bordo di una barca.
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