Discoteche, flash mob anche da Napoli: «Vogliamo trasformarci in ristoranti»

Discoteche, flash mob anche da Napoli: «Vogliamo trasformarci in ristoranti»
Lunedì 8 Giugno 2020, 09:14 - Ultimo agg. 16:50
3 Minuti di Lettura
L'appuntamento è in piazza Montecitorio, il 10 giugno: dalle 9 alle 13 si terrà il flash mob organizzato dagli imprenditori del mondo della notte. In prima linea il Silb nazionale, il sindacato locali da ballo, a Napoli rappresentato da Enzo De Pompeis, presidente regionale e consigliere nazionale dell'associazione. Saranno un centinaio i gestori in partenza da Napoli.

LE RAGIONI
«Mentre la società prende le distanze dalla paura, mentre le strade si popolano e i sorrisi riprendono a sbocciare, seppur coperti da una mascherina, mentre le luci si accendono e dissolvono la nebbia della pandemia, nelle discoteche e nei locali notturni, nelle sale da ballo rimane il buio» scrivono gli imprenditori in una lettera aperta indirizzata alle istituzioni. Parlano di «Pil, di gettito fiscale, di affitti, di lavoratori (100.000), di famiglie, di persone che potrebbero riprendere a lavorare con responsabilità, che hanno bisogno di aiuti economici (ma non arrivano)». E poi aggiungono: «Senza nulla togliere al senso di responsabilità che da sempre distingue noi di Silb, con i 4 miliardi di fatturato che rappresentiamo, vorremmo fare il rumore che serve per orientare l'udito all'ascolto di un fiume inarrestabile: quello della vita che riprende il suo ritmo, con le dovute precauzioni. Precauzioni che i nostri locali sono in grado di far osservare, molto più dell'anarchia di una spianata fronte mare o di una festa improvvisata in spiaggia o in casa». I gestori non chiedono una riapertura immediata delle discoteche e dei locali per grandi eventi, «perché siamo consapevoli che nella situazione attuale sarebbe un rischio per i clienti e per noi gestori, ma una via di mezzo potrebbe essere un rimedio buono per tutti».

LEGGI ANCHE Virus, cosa cambierà il 3 giugno? Ecco 14 cose che non potremo ancora fare

LE RICHIESTE
Oltre a una serie di benefici economici - tra cui la sospensione e l'annullamento di tutte le tasse regionali per il 2020 e, insieme, l'erogazione di un contributo a fondo perduto in proporzione al fatturato delle singole imprese - il Silb aveva recentemente lanciato una idea: «Autorizzateci temporaneamente a trasformare i nostri locali in bar e ristoranti» - la proposta di De Pompeis - «grazie alla possibilità di somministrare bevande e pure cibo. Potrebbe essere una opportunità, almeno per alcuni di noi, per provare a rientrare almeno nelle spese». I titolari dei locali notturni si impegnerebbero, ovviamente, a rispettare le regole imposte da decreti e ordinanze per le attività di ristorazione. Il sindacato tira fuori le cifre di un settore letteralmente «in ginocchio» intorno al quale girano migliaia di posti di lavoro: «In tutta Italia - assicura il presidente regionale - sono circa 90mila i dipendenti ufficiali senza contare il business che c'è intorno tra indotto e partite Iva».

IL SOSTEGNO
Da qui la necessità di un sostegno economico da parte del governo per i dipendenti che hanno contratti a chiamata, e per gli imprenditori. È chiaro che se dovessero fallire più attività ci sarebbe una enorme perdita di posti di lavoro. Alcuni imprenditori ritengono, inoltre, che l'unica possibilità di sopravvivenza sarebbe l'annullamento dei fitti, delle utenze e dei contributi fino alla ripresa dell'attività, ma resterebbe comunque il problema dei gestori e dei dipendenti che non percepiscono alcun profitto/stipendio. Intanto, davanti alla drammatica ipotesi, paventata dal Governo, di riaprire le sale da ballo non prima di marzo 2021, c'è anche chi, tra gli addetti ai lavori, ha deciso di impugnare davanti ai giudici del Tar, il decreto governativo che - dicono - «sembra aver dimenticato completamente questo settore».
© RIPRODUZIONE RISERVATA