Dispersione scolastica, è fuga dalle scuole a Napoli: «Denunce e sanzioni per famiglie e presidi»

Dispersione scolastica, è fuga dalle scuole a Napoli: «Denunce e sanzioni per famiglie e presidi»
di Giuliana Covella
Venerdì 22 Aprile 2022, 07:00 - Ultimo agg. 11:14
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A Napoli ci sono quartieri dove il tasso di dispersione scolastica supera il 50 per cento. Un dato emerso dal tavolo che si è svolto in Prefettura alla presenza del prefetto Claudio Palomba con tutti i soggetti istituzionali preposti. Un incontro a margine del quale è stato stabilito un obiettivo fondamentale: arrivare, entro il prossimo 10 maggio, all'istituzione di un regolamento che punti sulla responsabilità delle famiglie come strumento prioritario nella lotta alla fuga dai banchi. Scuola e famiglie, per la precisione. Non si escludono interventi rigorosi nei confronti di famiglie e dirigenti scolastici, qualora non venissero inoltrate segnalazioni agli enti locali, circa i casi di dispersione scolastica. Un piano ampio, quello ribadito ieri in Prefettura (anche alla luce di quanto deciso a gennaio dallo stesso ministro dell'Interno Luciana Lamorgese), che potrebbe culminare anche in segnalazioni e denunce. È stato il sindaco Gaetano Manfredi a chiedere la convocazione di un tavolo, per fronteggiare l'ennesima stagione di emergenza, anche sotto il profilo dell'ordine pubblico: è stato deciso di predisporre servizi di controllo delle forze dell'ordine nei luoghi di maggiore criticità. Stretta sugli alcolici, durante la movida. Ha spiegato il sindaco: «I cittadini richiedono una grande attenzione alla sicurezza soprattutto dei più giovani: la decisione assunta insieme al Prefetto va in questa direzione. La sinergia istituzionale su questo tema è decisiva. Ma quali sono le aree più colpite dalla dispersione scolastica? Tra le zone a rischio, i Comuni dell'hinterland e i quartieri della zona orientale. Sul tema il Mattino ha ascoltato la voce di chi ogni giorno opera in scuole di frontiera. 

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Non andava a scuola da diverse settimane. Tanto che, interpellata dalla preside, la mamma del bimbo aveva risposto: «Sta bene, è dai nonni». Ma Maria Luisa Salvia, dirigente scolastica dell'istituto comprensivo Palasciano di Pianura, ha voluto andare a fondo. Così in sella al suo scooter è andata a prendere sotto il palazzo quell'alunno di 11 anni che non frequentava le lezioni da giorni e lo ha riportato tra i banchi insieme agli assistenti sociali del Comune. E non mancano altri casi di ragazzini che la mattina frequentano circoli ricreativi malfamati. «Per tenere a scuola i nostri 960 studenti abbiamo realizzato progetti ministeriali e regionali (Pon e Scuola Viva), che ci hanno consentito di sperimentare attività laboratoriali. Così i nostri ragazzi si sono appassionati e restano in classe». Grazie alla robotica i piccoli alunni hanno addirittura imparato a costruire robot, passando poi per le attività all'aperto come le escursioni all'Oasi degli Astroni, dove si sono dedicati ai book camp. «Finanche alla pet therapy, tenendo la scuola aperta anche d'estate - spiega la preside - perché questo è l'unico strumento per non allontanare i ragazzi dai banchi». Alle Case Nuove c'è chi si è inventato un progetto con un libro contro la dispersione per tenere incollati sui banchi i bambini: «Si chiama Tanetto e la stramaledetta scuola - racconta Maria Rosaria Toso, referente contro la dispersione scolastica dell'istituto comprensivo Paolo Borsellino guidato da Luciano Maria Monaco - e prevede che i bambini illustrino le pagine bianche di un libro dove il protagonista compie un viaggio fantastico grazie al quale si rende conto che, marinando la scuola, perde tutti i suoi affetti e la possibilità di imparare». La scuola che accoglie circa 500 bambini, ha registrato dall'inizio dell'anno una trentina di casi solo alla primaria: «Per questo c'è bisogno di aiutare i genitori, grazie alla collaborazione tra scuola e servizi sociali». All'istituto professionale Fermi-Gadda il preside Natale Bruzzaniti parla di «assenze a scacchiera: cioè i ragazzi vengono a scuola un giorno sì e tre no. Per questo abbiamo avviato un monitoraggio continuo per evitare di arrivare alla segnalazione. Il problema nasce perché questi adolescenti non hanno un orientamento certo da parte dei genitori. Troppo spesso vengono lasciati soli ed hanno riferimenti educativi negativi». E per incentivarli tra le ricette «i progetti sulla legalità e le occasioni occupazionali con gli incontri con le aziende». «La dispersione scolastica è un cancro - tuona Valeria Pirone, dirigente scolastica della Vittorino da Feltre al Rione Villa - è solo l'effetto di un problema complesso che ha molteplici cause. Perciò andrebbe istituto un tavolo permanente di osservazione del fenomeno, rafforzati i servizi sociali per dare supporto a scuola e famiglie». «Non c'è la ricetta magica - ammette Giuliana Zoppoli, preside del comprensivo Campo del Moricino tra Forcella e piazza Mercato - su una platea di 1.030 alunni a inizio anno oggi ne abbiamo 998, di cui alcuni sono immigrati tornati ai loro Paesi. Per contrastare la dispersione abbiamo stretto alleanze con associazioni del territorio, come Assogioca con cui abbiamo avviato percorsi alternativi». Il coinvolgimento dei genitori è decisivo per Rosa Stornaiuolo, dirigente della Scialoja-Cortese di San Giovanni: «Tante le attività in cui li coinvolgiamo insieme alle associazioni come l'Oasi: i corsi di informatica per le mamme, i momenti conviviali, le serate sotto le stelle, le visite guidate e gli sportelli di consulenza». 

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