Don Maurizio Patriciello, la telefonata di Mattarella e l'abbraccio di fedeli e istituzioni

Don Maurizio Patriciello, la telefonata di Mattarella e l'abbraccio di fedeli e istituzioni
di Marco Di Caterino
Lunedì 14 Marzo 2022, 07:00 - Ultimo agg. 15:55
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Una domenica particolare per il parroco del Parco Verde, don Maurizio Patriciello, sotto l'attacco della camorra. Una domenica che poi diventa speciale nel tardo pomeriggio, quando per l'ennesima volta trilla il suo cellulare. Dall'altro capo del telefono c'è il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a portare la solidarietà personale e quella di un'intera nazione per il vile attentato esplosivo subìto nella notte di venerdì. A raccontarlo è lo stesso don Maurizio, ancora emozionato e finalmente felice per quanto testimoniato dal Presidente. «Una telefonata breve, essenziale, senza fronzoli, nello stile del Presidente. Mi ha chiesto come stavo, ho risposto bene, siamo sempre qui a dare speranza. Poi mi ha detto che era molto vicino alla mia persona, alla comunità di cui sono il pastore, alle persone perbene del Parco Verde; e che a nome dell'intero Paese e suo mi esprimeva solidarietà e vicinanza. Ho ringraziato il Presidente per la sua telefonata che mi ha colmato il cuore di gioia e che ci spinge tutti a continuare a cercare di dare luce in questi posti bui». 

La telefonata di Sergio Mattarella è la stata la chiosa perfetta per una giornata che nella mattinata aveva visto, finalmente, un abbraccio collettivo a questo prete. Che nemmeno le bombe riescono ad abbattere, a spingerlo a farsi i fatti suoi. E che uno dei tanti don Abbondio nella Chiesa napoletana, secondo la definizione del procuratore generale della Corte d'Appello di Napoli Luigi Riello, non sarà mai. Anzi: «Tra don Abbondio, don Rodrigo e padre Cristofaro, se proprio devo morire non per mano di Dio, preferisco morire da padre Cristofaro», ha sempre detto lui. Ieri, sorpresa davvero gradita quanto meritata, al flash mob Siamo tutti don Maurizio Patriciello, organizzato dal Comitato di Liberazione dalla camorra a nord di Napoli, nato qualche mese fa proprio in questa parrocchia, c'è stata la presenza di tanti bambini a rendere felice don Maurizio: i bambini della Messa delle 10, portati per mano dai genitori, davvero molto rassicurati dalla folta presenza dei carabinieri. Che erano accanto alla comunità del Parco Verde con il generale Enrico Scandone, responsabile del comando provinciale di Napoli, accompagnato dal tenente colonello Antonio Bagarolo, comandante del nucleo investigativo di Castello di Cisterna e dal tenente Antonio La Motta, responsabile della locale tenenza prossima a diventare una Compagnia, come ha confermato il generale Scandone, che insieme al senatore Sandro Ruotolo si è intrattenuto a lungo con don Maurizio. 

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A testimoniare la sua solidarietà è arrivato Biagio Chiariello, il comandante della polizia locale di Arzano da tre giorni sotto scorta, su decisione del prefetto di Napoli dopo il manifesto a lutto che ne annunciava la morte: una minaccia lugubre arrivata probabilmente dallo stesso clan della «167» che secondo gli inquirenti potrebbero aver fatto esplodere la bomba davanti alla parrocchia del Parco Verde. Per Chiariello don Maurizio è «un prete, un uomo eccezionale per l'impegno quotidiano che mette nella lotta alla camorra con le sole armi della fede, dell'amore per la sua gente, uno che apre le porte della chiesa a tutti, e aspetta soprattutto i camorristi che vogliono cambiare vita». Tra gli scortati anche Luigi Maiello, capo della polizia locale di Pomigliano d'Arco, che sussurra: «A don Maurizio bisogna baciare le mani ogni giorno, e mettere l'impegno di tutti a renderlo più forte, a circondarlo con un grande, enorme scudo umano». Gli fa eco Mimmo Rubio, giornalista di Arzano, minacciato di morte dal boss Giuseppe Monfregolo, quello della strategia delle bombe a Frattaminore: «Come mancare oggi.

Come non essere qui a ribadire che nonostante le bombe, le minacce di morte e le vite stravolte di chi finisce sotto scorta, la camorra non vincerà. Ci vorrà del tempo, ma è proprio questo che gioca a favore delle persone perbene, che stanno trovando il coraggio di stare insieme, di ribadire O si è contro la camorra o si è complici della camorra». 

Tante le associazioni, tra queste i Medici per l'ambiente con il dottor Luigi Costanzo, che da anni combatte con don Maurizio sul fronte Terra dei Fuochi; i sindaci di Caivano, Enzo Falco, e Afragola, Antonio Pannone; il consigliere comunale di Afragola Antonio Iazzetta, e poi tanti parrocchiani, tra questi un gruppo di donne, il nocciolo duro della comunità parrocchiale, con il volto finalmente disteso e l'anima leggera sospinta da tanta partecipazione. Con i bambini, quelli che il parroco teme di dover allontanare per non far correre loro dei rischi, a sciamare a frotte nell'ampio sagrato colorato di bolle di sapone, con i genitori a incontrarsi, a conoscersi, a concedersi quel rilassante chiacchiericcio della domenica mattina. Nel Parco Verde, una domenica così l'avranno sognata, agognata, desiderata chissà quante volte. Una domenica che è stata un sospiro di sollievo collettivo, potente, taumaturgico, benefico. I semi di una speranza, che nonostante tutto qui è cento, mille volte più forte della camorra. 

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