Don Salvatore Giuliano, parroco nella basilica di San Giovanni Maggiore: «Blindo la chiesa con 17 telecamere»

«Mai pensato di andare via, significherebbe darla vinta a chi sta cercando di distruggere il nostro centro storico»

Don Salvatore Giuliano
Don Salvatore Giuliano
di Maria Chiara Aulisio
Martedì 6 Dicembre 2022, 07:00 - Ultimo agg. 7 Dicembre, 09:04
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Don Salvatore Giuliano, parroco nella basilica di San Giovanni Maggiore, una delle più antiche della cristianità - nel cuore della Napoli storica - va avanti nella sua battaglia contro la movida selvaggia e fuorilegge. Una guerra che si scatena furibonda soprattutto nelle sere del fine settimana quando la zona che circonda la chiesa, intorno all'Orientale, diventa meta esclusiva di teppisti, spacciatori e vandali. Tra fiumi di alcol venduto ai minorenni, droga libera e residenti costretti a rimanere barricati in casa per evitare aggressioni, insulti e violenza.

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Don Salvatore, sempre la stessa storia.
«Qui non cambia mai niente.

Vediamo se con le telecamere che ho piazzato ovunque riuscirò a ottenere qualcosa».

Ha messo le telecamere?
«Diciassette, mica una. O meglio: le ho ripristinate perché erano fuori uso da parecchio tempo. Non pensavo che sarebbero diventate così necessarie».

Dove le ha installate?
«Un po' ovunque».

Più precisamente?
«Due in piazza San Giovanni Maggiore, altre due nel vicoletto lì vicino dove, tra l'altro, sto allestendo un piccolo dormitorio: ospiterò sette senza fissa dimora. Il primo arrivato si chiama Ciro e sarà anche il responsabile dell'accoglienza».

A vico San Giovanni Maggiore, quindi.
«Lo chiamo il vicolo dello spaccio: vendono sostanze stupefacenti 24 ore su 24. Tra i clienti vedo sempre più ragazzini, arrivano con lo zaino della scuola sulle spalle. Proprio in quel vicolo, dicevo, insiste una parte della Canonica che ho destinato all'accoglienza di chi non sa dove andare a dormire. È chiaro che ora il controllo si rende ancor più necessario».

Ma le telecamere le ha montate anche nella basilica?
«Certamente».

A rischio pure quella?
«Posso assicurarvi che non sarebbe la prima volta che provano a entrare durante la notte. Trovo spesso segni di effrazione. Per evitare questo genere di incursioni - tenendo sotto controllo anche l'area circostante - un paio di occhi elettronici sono stati posizionati pure in via Mezzocannone. La chiesa è un bene troppo prezioso, va salvaguardata assolutamente».

Pensa che con la videosorveglianza riuscirà a ridimensionare il fenomeno?
«Non lo so e ammetto di essere abbastanza scoraggiato. Le ho provate davvero tutte e non sono mai riuscito a ottenere niente: San Giovanni Maggiore Pignatelli resta terra di nessuno, una sorta di zona franca a uso e consumo di chi vuole delinquere, bere e drogarsi. E se abiti qui sono solo fatti tuoi. In ogni caso sto andando in Questura per mettere le telecamere a disposizione degli agenti».

Che cosa vuol dire a disposizione degli agenti?
«Significa dare loro la possibilità di controllare e identificare chi regolarmente devasta e rovina la zona. I poliziotti avranno le password per accedere alle riprese esattamente come noi. Voglio essere chiaro: così non è possibile andare avanti. E parlo con i fatti. L'ultimo episodio è dell'altra sera».

Racconti.
«Soliti atti di teppismo ma è tutto raccolto in questo video che sto portando alla polizia, si vede ogni azione messa a segno da questa banda di delinquenti. Hanno fatto letteralmente esplodere le piante che erano state sistemate nei pressi della basilica».

Come hanno provocato l'esplosione?
«Piazzando nel terreno decine di petardi a cui hanno poi dato fuoco. Tutto distrutto in pochissimi minuti. Che dispiacere, piante bellissime: un dono di Mia Filippone, il nostro vicesindaco recentemente scomparso. Per noi avevano anche un valore affettivo».

Con il video registrato dalle telecamere forse sarà possibile identificare gli autori di questo ennesimo atto di teppismo.
«Lo spero davvero. Anche perché chiederemo i danni. I genitori saranno chiamati a pagare quello che i figli hanno distrutto. Lo stesso intendo fare con chi si diverte a imbrattare i muri con lo spray colorato».

Denunce a raffica.
«Non vedo alternative. Dobbiamo proteggere il bene di tutti. Grazie al super bonus, non senza impegno e fatica, abbiamo restaurato completamente la facciata della basilica: non consentiremo che venga sporcata con scritte e disegni fatti da chi ha il solo scopo di deturpare le grandi bellezze di questa città».

Ci penserà la polizia.
«Più di mettere a disposizione i nostri video, e offrire la massima collaborazione, non possiamo fare. Spero che saranno utili. Può darsi che la paura di venire identificati - e dunque puniti e costretti a pagare - li convinca a comportarsi in maniera civile e nel rispetto della legalità».

Non sarà facile vivere da quelle parti.
«Direi quasi impossibile. La gente se può va via e anche le case stanno lentamente perdendo valore».

Troppo caos.
«Caos e pericoli. Gli anziani poi sono davvero disperati, non si dorme più: baccano fino all'alba e nessuna possibilità di mettere il naso fuori di casa fino al lunedì. Quando vado a benedire gli appartamenti raccolgo gli sfoghi: alcuni di loro, lo racconto spesso perché è davvero assurdo, dormono con le cuffie antirumore molto simili a quelle che usano gli operai al lavoro con il martello pneumatico. Mi fanno una grande tenerezza, mi dicono padre, faccia qualcosa, ma non so più come aiutarli».

Ha mai pensato di cambiare zona?
«Io no, posso resistere e non mollo. Lasciarsi scoraggiare, e andar via, significherebbe darla vinta a chi sta cercando di distruggere il nostro centro storico. Con me non ce la faranno». 

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