Rosa Gigante uccisa a Napoli, il giallo del tubo dell’aerosol: «È stata strangolata»

Donato De Caprio, figlio della vittima e tiktoker: «Ringrazio i follower, sono sconvolto»

L'omicidio a Pianura
L'omicidio a Pianura
di Melina Chiapparino
Giovedì 20 Aprile 2023, 23:38 - Ultimo agg. 21 Aprile, 18:01
4 Minuti di Lettura

«Devo essere forte per i miei figli». Donato De Caprio chiede “giustizia” per l’omicidio della madre, Rosa Gigante, uccisa martedì scorso nella propria abitazione a Pianura, ma non lancia accuse. «Aspetto che si sappia la verità» ha spiegato il salumiere napoletano diventato una star su Tik Tok, sottolineando che «in questo momento, la priorità è la famiglia ed essere da esempio ai figli».

La sua attività, nel cuore della Pignasecca, ha ripreso a sfornare i popolari panini “con mollica o senza” ma è presto per il ritorno del food influencer dietro al bancone. «Se crollo io, crolla tutta la famiglia» ha aggiunto il 44enne che sta trascorrendo questi giorni al fianco dei figli nell’attesa di scoprire «cosa sia veramente accaduto».

Nel frattempo, l’inchiesta condotta dal pm Maurizio De Marco procede spedita con la convalida del fermo a carico di Stefania Russolillo, la 47enne vicina di casa che dovrà rispondere di omicidio volontario. 

Rosa Gigante è stata ritrovata in casa, vicino alla porta d’ingresso. All’altezza del collo c’erano dei segni vistosi e una parte dei vestiti che indossava, sembravano bruciacchiati. Le cause del decesso dell’anziana che avrebbe compiuto 73 anni ad agosto saranno chiarite dall’esame autoptico, ma le testimonianze raccolte hanno già indicato una pista ben delineata. L’indagine lampo della Squadra mobile della Questura di Napoli, guidata da Alfredo Fabbrocini, è partita dalla testimonianza di Stefania Rusolillo che, dopo aver confidato al compagno: «Ho ucciso la signora Rosa e l’ho bruciata», ha chiamato la polizia.

Poche ore dopo, la donna, fermata martedì sera con l’accusa di omicidio, ha cambiato versione, raccontando al pm di aver litigato con l’anziana perché l’accusava «di rubare le bollette e sporcare il pianerottolo». Secondo la presunta assassina che è da tempo seguita da un centro di igiene mentale per gravi problemi psichiatrici, ci sarebbe stata una colluttazione fino alla «caduta all’indietro» dell’anziana, dopo la quale non ricorda più nulla. 

 

Un tubicino di gomma per aerosol e la testimonianza di due vicine di casa. Questi gli elementi chiave che stanno direzionando, nelle ultime ore, le indagini del pm Maurizio De Marco e che, potrebbero confermare l’ipotesi dello strangolamento dell’anziana. Per il momento, rimangono decisive le dichiarazioni rilasciate da una prima vicina di casa e dal convivente della donna accusata di omicidio volontario. 

Entrambe le testimonianze, infatti, farebbero riferimento all’ammissione del delitto da parte di Stefania Russolillo ma ci sarebbe anche una terza voce a rafforzare questa pista. Si tratta di un’altra condomina. La versione dell’indagata seguita dall’avvocato Raffaello Scelsi, invece, è completamente diversa. «Non ho mai detto di aver ucciso quella donna, sono stata aggredita per la storia delle bollette perché mi aveva detto che non erano arrivate» ha spiegato al pm la 44enne che ricorda solo di aver avuto uno scontro fisico con la 72enne.

Video

Tra le carte della Procura, c’è un dato che gli investigatori non possono trascurare nella ricostruzione dell’aggressione che è costata la vita a Rosa Gigante. «Mia madre era non vedente, certificata e riceveva anche una pensione di invalidità» spiega Donato De Caprio che, nel valutare questo aspetto, immagina come «non poteva di certo aggredire qualcuno ma si sarebbe difesa se qualcuno l’avesse aggredita». Per Rosa e Donato, è in corso una maratona di solidarietà e vicinanza sui social a cui il tik toker ha promesso di rispondere. «Sento l’affetto delle persone, è come un abbraccio che mi sta aiutando in questo momento di dolore e per dire grazie a tutti, appena potrò, farò un video su Tik Tok» ha concluso l’influencer.

© RIPRODUZIONE RISERVATA