Droga, armi e documenti falsi:
dietro c'era la vedova di camorra

Droga, armi e documenti falsi: dietro c'era la vedova di camorra
di Dario Sautto
Mercoledì 27 Maggio 2020, 08:40 - Ultimo agg. 08:54
3 Minuti di Lettura

Partite di droga smistate a pusher e piazze di spaccio tra il Napoletano e il Salernitano, con i carichi di marijuana e cocaina che arrivavano dai canali albanesi e colombiani. E alle spalle c'è sempre la regia della vedova di camorra Anna Gallo, 74enne soprannominata «ninnacchera». Suo marito Ernesto Venditto era ritenuto a capo dei cosiddetti «bicchierini», fazione del clan Gallo-Limelli-Vangone, protagonista di una sanguinosa faida di camorra con i Gionta-Chierchia che portò a decine di agguati a fine anni Novanta. Armi e droga gestite grazie a documenti falsi per eludere i controlli e intestarsi sempre sim telefoniche nuove, in un giro che ruotava attorno al 58enne Giuseppe Malvone, uomo vicino ai Gallo-Limelli-Vangone di Boscotrecase. Era lui che minacciava i pusher che non pagavano le partite di droga acquistate e, all'occorrenza, si presentava con pistola in pugno per capire che faceva sul serio. «La vedi questa pistola? Ora te la scarico in testa, non ti faccio camminare più» è una delle intercettazioni ascoltate dai carabinieri della compagnia di Torre Annunziata, che hanno chiuso le indagini sulla mega piazza di spaccio che faceva da rifornimento per altre mini-piazze satelliti. Nel corso delle indagini sono finiti sotto sequestro 25 chili di marijuana e 420 grammi di cocaina, ma anche pistole e munizioni. Tra le armi non poteva mancare la penna-pistola calibro 22, micidiale in caso di utilizzo.

LEGGI ANCHE Gionta: padre, figlio e nipote. Tre generazioni al carcere duro

LE INTERCETTAZIONI
Gli incassi erano notevoli: «Avevo 100mila euro, se li è presi. Ora li facciamo di nuovo» dicevano gli indagati intercettati. Dopo un sequestro di armi, Malvone commenta «ti ricordi le macchine che avevamo?» mentre lo spaccio era un «mestiere» e il laboratio di stoccaggio della droga una «pasticceria». Le indagini coordinate dalla Procura di Torre Annunziata hanno portato all'emissione dell'ordinanza di custodia cautelare a firma del gip Antonio Fiorentino. In carcere sono finite 17 persone, ai domiciliari 3 e divieto di dimora nelle province di Napoli e Salerno per la 74enne Anna Gallo. Da Torre Annunziata, dal rione Provolera, partiva lo smercio di droga per diversi gruppi di spacciatori anche a Boscoreale, Boscotrecase, Pompei, Nocera Inferiore e Pagani. Oltre 70 episodi di vendita di marijuana e cocaina sono stati ricostruiti dagli investigatori, con gli acquirenti che acquistavano partite da mezzo chilo fino a 12 chili alla volta. Centinaia di clienti sparsi ovunque, con i carichi che arrivavano dall'Albania a Torre Annunziata grazie a Dashamir Lazri, 47enne albanese che ritirava anche personalmente i carichi a Bari. I reati contestati a vario titolo vanno da detenzione di stupefacenti a fini di spaccio, a sostituzione di persona, estorsione, porto abusivo di armi e falsità ideologica commessa dal privato. Con Malvone e Lazri, in carcere vanno Antonio Albergatore, Alberto e Gianluca Attianese, Samuè Balzano, Alfonso Bombardino, Luigi Izzo, Mario Menichini, Salvatore Miranda, Alfredo Nasto, Angelo Oppio, Francesco Rinaldi, Raffaele Rispoli, Aniello e Raffaele Solimeno, e Alberto e Salvatore Vanacore. Domiciliari per Dario Farricelli, Domenico Galletti e Davide Rispoli.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA