Droga a Napoli, dati choc da San Patrignano: «Schiavi di cocaina e crack»

Droga a Napoli, dati choc da San Patrignano: «Schiavi di cocaina e crack»
di Maria Chiara Aulisio
Mercoledì 22 Giugno 2022, 22:59 - Ultimo agg. 24 Giugno, 13:31
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Droga a fiumi sulla città di Napoli e più in generale sull’intera regione. In vista della Giornata mondiale contro gli stupefacenti - in programma il 26 giugno - San Patrignano ha diffuso i dati raccolti dal suo Osservatorio sulle dipendenze andando a contare gli ingressi in comunità registrati da maggio 2021 ad aprile 2022. Ed ecco la prima sorpresa: in controtendenza rispetto agli anni scorsi, la Campania si piazza al terzo posto in classifica - dopo la Lombardia e l’Emilia Romagna - per numero di ospiti accolti. Vale a dire oltre il 10 per cento delle presenze di tutto il Paese: ben più della metà - spiegano gli operatori - arriva da Napoli e dalla sua provincia.  

Ma c’è dell’altro: se in base al numero di tossicodipendenti ospiti a San Patrignano, la Campania si piazza al terzo posto, sarebbe certamente finita al primo se l’Osservatorio avesse calcolato nell’indagine anche il numero di richieste di accoglienza ancora in fase di valutazione e, insieme, quello delle telefonate, e delle mail, e delle disperate richieste di aiuto che - quotidianamente - arrivano ai centralini della comunità dalla nostra regione. Un po’ si sorprende anche Antonio Boschini, responsabile terapeutico di San Patrignano: «Ora non so dirvi quali siano le ragioni precise di questa risalita, ma la Campania - dati alla mano - non è mai andata oltre l’ottavo posto, talvolta, forse, anche il nono.

Invece - e lo dico con rammarico e preoccupazione - negli ultimi tempi stiamo registrando un’escalation sulla quale sarebbe opportuno fare qualche riflessione». Boschini entra nel merito dell’indagine messa a segno dall’Osservatorio e parla anche delle sostanze: cocaina e crack (che poi è un derivato chimico della stessa cocaina) - a Napoli - sulla base delle informazioni raccolte, risultano essere le droghe più utilizzate. E non solo entra nel merito degli stupefacenti, il terapeuta, ma traccia pure l’identikit del consumatore partenopeo la cui età si va abbassando sempre di più. 

«Chi usa crack - assicura - ha caratteristiche un po’ diverse da quelle di chi invece consuma cocaina. Quasi sempre, come primo approccio, “sniffano” in contesti di allegria e divertimento, ma poi, in maniera del tutto occasionale, provano il crack e, almeno alcuni, ne diventano forti consumatori». Effetto breve e intenso - spiega meglio Boschini - in grado di creare grave dipendenza psichica al punto da costringere il consumatore a farne uso ogni giorno con la difficoltà, spesso, di procurarsi - anche in maniera illegale - il danaro necessario all’acquisto. Il crack - e questo è uno dei motivi che secondo l’esperto ne faciliterebbe la diffusione - è una sostanza da fumare dopo aver sciolto i cristalli, ragion per cui il primo contatto avviene anche in età adolescenziale: «In alcuni casi i ragazzi, proprio i napoletani, ci hanno raccontato di aver fumato crack senza neanche sapere precisamente che cosa fosse». 

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Ma il problema sarebbe anche un altro: «La cocaina inalata viene quasi sempre associata all’uso dell’alcol, - aggiunge Boschini - mentre chi fuma il crack piuttosto frequentemente inizia a fumare pure l’eroina». Se, dunque, il crack resta la sostanza più utilizzata in Campania - ma la tendenza è più o meno la stessa anche nel resto d’Italia - la cannabis segue a ruota, mentre la stessa eroina si attesta intorno al 40 per cento del consumo. Poi, le droghe sintetiche che rappresentano un mondo a parte in grado di mettere in difficoltà perfino chi viene chiamato a soccorrere i giovani che finiscono in overdose: la varietà di sostanze - e la velocità con la quale vengono immesse sul mercato - rende complessa anche la ricerca dell’antidoto giusto per “disinnescare” gli effetti devastanti della droga, con le drammatiche conseguenze che tutto ciò potrebbe comportare. 

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Una situazione d’allarme, ancora più grave con l’arrivo dell’estate e delle vacanze, che i medici del servizio di emergenza napoletano hanno, più volte, cercato di portare all’attenzione di tutti. Un problema ben noto anche alle quattro associazioni - Anglad Napoli, Amici di San Patrignano di Caserta, Le ali della libertà di Benevento e Amici di San Patrignano di Salerno - che in Campania collaborano con la comunità fondata da Vincenzo Muccioli. Sono loro, non senza difficoltà, a rappresentare il primo avamposto in questa drammatica guerra contro l’uso delle droghe. 

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