Droga, rifiuti e ospedali: la piovra
dei 160 clan a nord di Napoli

Droga, rifiuti e ospedali: la piovra dei 160 clan a nord di Napoli
di Leandro Del Gaudio
Sabato 13 Aprile 2019, 09:30 - Ultimo agg. 10:54
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Discariche abusive che, alla bisogna, diventano siti strategici per lo Stato; ma anche controllo dei servizi all'interno di alcuni ospedali napoletani. E ancora: droga e appalti, grazie ai piani di sviluppo industriale, agli inserimenti produttivi, alle zone di espansione economica, sempre e comunque ai contatti giusti nella pubblica amministrazione. Sono queste le indagini che incidono su una fetta di area metropolitana, una parte di provincia a nord di Napoli, la zona dei comuni a «nord-ovest», per ripercorrere le mappe della Direzione investigativa antimafia. Mappe, famiglie, affari, cifre, che vanno raccontate a partire da un dato numerico. Un dato freddo, quasi immobile, che suscita impressione, a proposito di emergenza criminale, di faide incrociate, di storie di mala dalle alterne fortune mediatiche: secondo le indagini del pool anticamorra di Napoli, nella sola area metropolitana partenopea (escludendo quindi l'area casertana ad appannaggio dei clan casalesi), esistono oltre centosessanta clan o famiglie criminali.

I NUMERI
Ripetiamo: 160 e passa famiglie criminali, alcune di antico lignaggio, altre emerse sulla scena solo di recente, che si agitano sul territorio, che controllano fette di economia, che sono pronte ad entrare in azione - anche in modo violento - quando mancano i soldi o c'è da confermare la propria leadership. Ma proviamo a zummare su questi numeri. Nella sola città di Napoli, sono circa una ottantina le famiglie censite nella relazione semestrale della Dia (primo semestre del 2018), grazie a una analisi delle informative di pg trasmesse in Procura; nell'area nord-occidentale, sono invece una trentina le famiglie criminali che entrano nell'analisi della Dia; 54 quelle della provincia di «Napoli area meridionale e orientale». Insomma, chi c'è al nord-ovest e chi c'è a sud est? Chi comanda alle porte di Napoli, nei comuni dell'area settentrionale e ci gestisce le redini del potere criminale ai piedi del Vesuvio?

 

Doverosa una premessa: al di là della visione settoriale, lo scenario appare fluido, poroso, con impensabili contatti tra mondi apparentemente diversi, tra centro e periferia dell'area metropolitana. Sono i canali del narcotraffico e del falso su scala globale ad unire contesti criminali diversi dell'area metropolitana. Ridotta ai minimi termini, la geografia criminale chiama in causa nomi noti: i Nuvoletta di Marano, che hanno ceduto parte delle proprie strategie criminali agli Orlando (per quanto riguarda lo smercio al minuto di hashish) e ai Polverino, che invece fanno impresa in grande stile, controllano aziende opache e sono in grado di infiltrarsi nelle pubbliche amministrazioni locali. E non solo. Spagna, Marocco (dove viene stoccato l'hashish), panchine dei giardinetti a Calvizzano o a Villaricca (per lo smercio al minuto), ristorante night con velleità di posto esclusivo: tutto collegato - assicurano gli inquirenti - come in una catena di mani che stringono soldi sporchi e che li ripuliscono grazie a un'altra catena di mani. In quest'ultima fase, a Napoli come in provincia (ma come avviene anche in altri contesti metropolitani) scendono in campo i talenti: professionisti, gente scaltra, preparata, funzionale a trasformare i soldi spacciati dal pusher in un complesso alberghiero o a far entrare in un circuito virtuoso proventi di attività criminali. Ma restiamo all'ombra degli Orlando-Polverino-Nuvoletta. Scrive la Dia, sotto la guida del capocentro Lucio Vasaturo: «Riguardo al comune di Calvizzano, ove è operativo il gruppo Orlando, legato alle famiglie Nuvoletta e Polverino, le verifiche hanno evidenziato l'avvicendarsi, negli ultimi quindici anni di gestione dell'Ente, sempre degli stessi soggetti in una logica di chiara continuità fra le compagini amministrative, che proietta una verosimile ipotesi di patto pre-elettorale. Gli accertamenti effettuati sui componenti della giunta e del consiglio comunale - insediatasi a seguito delle consultazioni elettorali del 26 e 27 maggio 2013 - hanno consentito, inoltre, di verificare l'esistenza di amministratori gravati da pregiudizi... o collegati ai clan locali».

GLI OSPEDALI
Scenario simile a quello che si registra all'ombra della dinastia dei Moccia, altra famiglia indicata nel censimento più recente della Dia.

Sotto i riflettori il territorio di Afragola, Caivano, Casoria, Arzano, Frattamaggiore, Frattaminore, in un circuito economico che sale decisamente di livello. Inchieste del pool anticamorra, in ballo ci sono affari milionari, dal movimento terra, alla manutenzione dell'arredo urbano, soldi che entrano in decine di attività economiche sparpagliate sul territorio metropolitano. Da mesi si indaga inoltre su una ditta in odore di mafia, che ha gestito la pulizia in un importante ospedale cittadino. Anche Giugliano è un enclave criminale. Qui comandano i Mallardo - avvisano gli inquirenti - e lo fanno da almeno tre decenni, anche grazie ai rapporti di parentela con i Contini (in seguito a matrimoni incrociati), quanto basta a rendere la cosca dei «carlantonio» presente anche nel tessuto cittadino napoletano. Night, ristoranti, finanche lidi balneari sul versante nord sono al centro di attenzione investigativa, che punta a colpire interessi opachi, con un'azione doverosamente a ritroso: dal patrimonio a chi ha fornito licenze nel comune di pertinenza, per poi ritornare al giro di soldi fatto con la droga e giustificato dal lavoro del consulente di turno.

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