«Nessuna sentenza, anche la più esemplare di questo mondo, potrà mai restituirmi mio padre. Certo, quella emessa dai giudici del tribunale di Torre Annunziata è una condanna importante stando alla legge sull'omicidio stradale, perché testimonia che quel giorno, con una condotta più accorta, quell'immane tragedia sarebbe stata evitata». Novella Ventimiglia è un apprezzato architetto e per un periodo è stata assessore ai Lavori pubblici della giunta Palomba. Ma è soprattutto la figlia di Antonio, ex commerciante di 82 anni la cui vita è stata spezzata lo scorso 2 gennaio, quando la sua strada incrociò quella di Filippo Marchisiello, il 39enne condannato in primo grado a sei anni e sei mesi per la sua morte.
L'INCIDENTE
I fatti si consumarono in via Salvator Noto attorno alle 12 in un clima ancora di festa e con le strade piene di gente, vista anche la mattinata di sole.
Ventimiglia, centrato in pieno, vola via e batte violentemente la testa. Dal capo esce tanto sangue. Quando sul posto arrivano i familiari è vivo ma fatica a parlare. La corsa in ambulanza verso l'ospedale di Boscotrecase e poi il Cardarelli sarà inutile: l'uomo morirà tre ore dopo.
Nel frattempo Marchisiello, scappato per sottrarsi all'ira dei presenti, viene assicurato alla giustizia e posto agli arresti domiciliari. Ora, la sentenza di primo grado e la condanna a sei anni e sei mesi con rito abbreviato per omicidio stradale e guida sotto effetto di droga: «Per le pene previste dalla legge sull'omicidio stradale spiega Novella Ventimiglia, che è stata assistita dagli avvocati Gaetano Frulio e Maria Colantonio e per il fatto che sia stato scelto dai difensori di Marchisiello il rito abbreviato, si tratta della condanna massima. Quello che contesto è il fatto che per un omicidio stradale commesso senza alcuna attenuante da un soggetto conosciuto per essere avvezzo a lanciarsi a forte velocità lungo le strade dello shopping, la pena più elevata prevista dalla legge sia dieci anni. Mio padre non me lo restituirà più nessuno: mi auguro che almeno questo sacrificio possa servire ad evitare altre morti in futuro».