Madre e figlia arrestate per usura nel Napoletano, la minaccia alla vittima:
«Ricordati di quello che si è ammazzato»

Madre e figlia arrestate per usura nel Napoletano, la minaccia alla vittima: «Ricordati di quello che si è ammazzato»
Mercoledì 12 Maggio 2021, 14:13
2 Minuti di Lettura

Personale della Squadra Investigativa del Commissariato Giugliano-Villaricca ha dato esecuzione a due ordinanze applicative della misura cautelare della custodia in carcere, emesse dal Gip presso il Tribunale di Napoli Nord su richiesta di questa Procura della Repubblica, a carico di due donne, madre e figlia, residenti a Villaricca, raggiunte da gravi indizi di colpevolezza in ordine ai reati di usura, estorsione, violenza privata aggravata. Le due donne risultano indagate per il reato di usura in concorso con un altro soggetto, loro congiunto, deceduto nel corso delle indagini, già condannato nonché destinatario di ordinanze cautelari per reati analoghi.

Video

Le indagini, partite con la denuncia di una vittima, sono state condotte anche attraverso attività di intercettazione. Le due donne concedevano prestiti ad amici, parenti, conoscenti, dietro pagamento di interessi usurari, obbligando le vittime a versare periodicamente rate a solo titolo di interessi sul debito. Nel caso in esame la vittima, a fronte di un prestito di 10.000 euro, restituiva una somma pari ad oltre 26.000 euro nell’arco di due anni. Nonostante ciò, gli indagati ritenevano che dovesse ancora restituire metà del prestito ricevuto: oltre al denaro, perciò, si facevano consegnare anche grossi quantitativi di beni alimentari, recapitati gratuitamente ed a cadenza settimanale.

Le indagate, per intimorire la vittima, facevano a più riprese riferimento al suicidio, avvenuto nel luglio 2018, di un imprenditore vessato dalle continue richieste usurarie ed estorsive avanzate dal loro congiunto poi deceduto.

Disposte ed eseguite perquisizioni a carico delle due indagate: nella loro abitazione, occultatea in vari punti della casa, sono state trovate somme di denaro per un importo complessivo superiore ai 160.000 euro.

© RIPRODUZIONE RISERVATA