Due morti, due misteri: fari accesi sugli ospedali di Castellammare e Capri

Due morti, due misteri: fari accesi sugli ospedali di Castellammare e Capri
di Anna Maria Boniello e Dario Sautto
Giovedì 13 Giugno 2019, 08:00
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Due morti sospette in corsia, due inchieste aperte in poche ore. Il primo caso riguarda l'ospedale San Leonardo di Castellammare, dove è morto un 65enne di Torre del Greco a causa di una sospetta setticemia, mentre il secondo si è verificato al Capilupi di Capri, dove è deceduta una donna di 83 anni. Michele M., 65enne di Torre del Greco, era stato ricoverato per un edema alla gola meno di un mese fa, prima di finire in Rianimazione: dopo venti giorni in coma, si è spento martedì sera. Dopo la denuncia dei familiari, la Procura di Torre Annunziata ha disposto l'autopsia sulla salma. La denuncia è stata presentata ai carabinieri della stazione stabiese che, come da prassi, hanno sequestrato la cartella clinica del paziente e fatto trasferire la salma del 65enne all'obitorio del cimitero di Castellammare, su disposizione del sostituto procuratore Giuseppe Borriello. La Procura oplontina ha subito aperto un fascicolo d'inchiesta per omicidio colposo, per il momento contro ignoti. Nelle prossime ore potrebbero essere iscritti i primi nomi nel registro degli indagati, anche in questo caso come atto dovuto per far procedere l'inchiesta e permettere anche a eventuali periti della difesa di poter prendere parte all'esame autoptico.
 
Stando a una prima ricostruzione, basata sulla denuncia dei familiari di Michele M. e sui primi accertamenti effettuati sulla cartella clinica del 65enne, il paziente era arrivato al pronto soccorso dell'ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia con problemi respiratori. Le prime visite avrebbero portato a riscontrare un edema alla gola, un'occlusione che aveva reso complicata la respirazione. Dopo le prime cure, però, le condizioni del 65enne sono precipitate e l'uomo è stato trasferito d'urgenza nel reparto di Rianimazione, dove è rimasto ricoverato per una ventina di giorni. Fino a martedì sera, quando Michele M. si è spento. La probabile causa del decesso, secondo quanto riportato in cartella clinica, è da attribuire a una setticemia, un'infezione comparsa nei giorni successivi al ricovero, che poco alla volta ha debilitato totalmente il paziente, fino a causarne la morte. Vista la diagnosi iniziale e la tragica evoluzione del quadro clinico del 65enne di Torre del Greco, i suoi familiari hanno deciso di presentare denuncia ai carabinieri di Castellammare che, agli ordini del tenente Andrea Riccio e in accordo con la Procura oplontina, hanno compiuto i primi passi dell'inchiesta. Nelle prossime ore sarà conferito l'incarico al medico legale per effettuare l'autopsia sulla salma del 65enne e capire se sia stato fatto tutto il possibile per salvarlo, oppure se ci possa essere stato qualche intoppo dal giorno del ricovero fino al suo decesso.

Sempre martedì sera, su disposizione della Procura di Napoli i carabinieri di Capri hanno sequestrato la salma di una donna di 83 anni, S.B., residente sull'isola, morta poche ore prima all'ospedale Capilupi, dove era ricoverata dal 7 giugno. I militari hanno sequestrato anche la cartella clinica ed i risultati delle analisi effettuate nei giorni di ricovero. I figli della donna, imprenditori edili, e gli altri familiari non hanno sporto alcuna denuncia nei confronti dell'ospedale e dei medici, né hanno segnalato anomalie nel trattamento ricevuto dall'anziana. Nonostante ciò, ieri mattina la Procura ha disposto il trasferimento della salma all'Istituto di Medicina legale di Napoli per l'autopsia, mentre anche in questo caso è stato aperto un fascicolo per omicidio colposo sulla morte della donna. Si è innescato così un vero e proprio giallo, bocche chiuse da parte dei carabinieri ed anche dal personale che opera all'interno del nosocomio caprese. Di certo i funerali fissati per ieri pomeriggio sono stati sospesi. La donna era stata trasportata nell'ospedale caprese dalla casa di riposo dove soggiornava, già in gravi condizioni. Una delle ipotesi è che a sollecitare l'intervento della magistratura siano stati i sanitari del Capilupi, insospettiti da qualcosa su cui non è trapelato nulla. In attesa di riavere la salma della loro congiunta, la famiglia si è affidata a un avvocato al quale hanno dato mandato di seguire per loro conto tutte le fasi dell'indagine.
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