Franco Tortorano non ce l'ha fatta, è morto ieri a 82 anni, dopo aver rappresentato per anni un punto di riferimento per intere generazioni di giuristi napoletani. È stato presidente del consiglio dell'ordine degli avvocati, mentre di recente era stato insignito della toga d'onore, la carica più prestigiosa che lo accomuna ai grandi dell'avvocatura napoletana, oltre ad essere nominato presidente dell'organo di disciplina ad honorem.
Ieri la notizia della sua scomparsa ha alimentato un sentimento di nostalgia in avvocati, magistrati, ma anche persone del mondo culturale cittadino.
Determinato sul lavoro e nelle mille battaglie associative, rigoroso con se stesso, mai arrogante, sempre disponibile al dialogo formativo, specie con le giovani generazioni. Lo ricordano con affetto gli avvocati penalisti Paolo Cerruti e Pino Vitiello, che ne sottolineano la robusta sensibilità umanistica, la signorilità dello stile, la completezza della formazione. Un napoletano di cui andare orgogliosi, come spiega al Mattino l'avvocato Vitiello: «Ancor piu povera l'avvocatura senza un gentiluomo professionista di qualità e dignità difficilmente eguagliabili, testimone luminoso di una tradizione forense che ha seguito costantemente facendonsene esempio per le generazioni future». Ed è proprio per la sua autorevolezza e per il suo rigore, che Franco Tortorano era stato nominato presidente onorario del Consiglio distrettuale di disciplina degli ordini forensi del distretto di Napoli, un organo in cui credeva come possibilità di costruire una comune tavola di confronto tra generazioni diverse.