Ecoballe, 26 indagati in Campania: «De Luca e il suo vice non le hanno rimosse»

Ecoballe, 26 indagati in Campania: «De Luca e il suo vice non le hanno rimosse»
di Leandro Del Gaudio
Martedì 18 Maggio 2021, 23:33 - Ultimo agg. 19 Maggio, 23:51
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Suona quasi come un paradosso l’ultima vicenda giudiziaria che lo ha visto coinvolto in queste ore: quella di non aver azionato i poteri commissariali nei confronti di alcuni enti locali, indicati come inadempienti in materia di rifiuti, a partire dal Comune di Napoli. Un’accusa beffa per chi, come il governatore Vincenzo De Luca, da sempre non ha un rapporto idilliaco nei confronti del suo contraltare istituzionale, il sindaco partenopeo Luigi De Magistris. Eccola l’ultima tegola giudiziaria che vede coinvolto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, ma anche il suo braccio destro Fulvio Bonavitacola, alcuni esponenti di vertice di Sapna e Asia, vale a dire le principali espressioni amministrative che a Napoli si sono occupate di rifiuti in questi anni. 

Omissioni in atti di ufficio è l’accusa a carico di 26 imputati (tra cui l’assessore comunale ed ex vertice di Asia Raffaele Del Giudice) e l’ex vertice di Sapna Andrea Abbate. Quale è il punto? Inchiesta condotta dai pm Francesca De Renziis e Giulio Vanacore, alla luce delle verifiche finora condotte dai carabinieri della stazione di Poggiomarino, che stanno verificando la sussistenza dell’accusa formalizzata nell’ambito dell’informazione di garanzia. Due i punti da mettere a fuoco, a proposito dei vertici della Regione e riguardano la prima stagione amministrativa a Palazzo Santa Lucia (dal 2015 al 2020): non aver attuato poteri commissariali nei confronti dei comuni a proposito della mancata realizzazione di impianti di compostaggio e in materia di raccolta differenziata, che non ha mai raggiunto gli standard richiesti dalla comunità europea (specie a Napoli); poi c’è un secondo filone investigativo che riguarda la gestione delle ecoballe in Campania e siamo sempre alle prese con un’ipotesi di omissioni in atti d’ufficio. Nessun commento da parte dei vertici della Regione (per altro ieri impegnati in consiglio regionale), in uno scenario che ha fatto comunque registrare i primi contatti tra le parti e l’ufficio inquirente. Difeso dal penalista Andrea Castaldo, il vicepresidente della Regione Fulvio Bonavitacola si dice pronto a depositare atti amministrativi e interventi formalizzati in questi anni, a proposito della gestione delle ecoballe, ma anche per quanto riguarda il problema della raccolta differenziata e del lavoro svolto dai singoli enti locali in Campania.

Nessun commento ufficiale, anche se in questi giorni nella Torre del Centro direzionale, l’argomento battuto in seno alla giunta fa riferimento alla separazione tra il potere di indirizzo politico e gli interventi amministrativi condotti sul territorio.

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Una separazione netta, come per altro disposto dalla legge Bassanini, che tiene su sfere diverse il piano della responsabilità amministrativa. Anche per quanto riguarda la storia delle ecoballe, viene ricordata la recente creazione dei primi impianti alle porte di Napoli (tra Giugliano e Caivano) per liberare in modo definitivo la regione Campania dalla presenza di Ecoballe. Non ha ricevuto alcuna informazione di garanzia il presidente della Regione Vincenzo De Luca, anche se il suo nome rientra nella lista dei 26 indagati. 

 

Un’inchiesta nata due anni fa, culminata in un’ampia attività di sequestro di atti nelle principali cabine di regia della gestione anticrisi in materiale ambientale. Stando alle primissime mosse investigative, la prima ipotesi battuta riguardava il traffico dei rifiuti, anche se poi in questi anni la Procura ha deciso di formalizzare alcune richieste di proroga per verificare l’esistenza dell’ipotesi omissiva. Pronti a ricostruire il proprio ruolo e ad offrire la propria versione dei fatti, anche gli esponenti dell’amministrazione comunale (o delle società collegate al Comune partenopeo o all’area metropolitana). Da parte di manager ed amministratori, c’è la volontà di ribadire la difficoltà di traghettare la città lontano dalla crisi dei rifiuti che nel 2010 sollevò un’eco mediatica internazionale. Resta il nodo dei numeri della differenziata, con standard in crescita rispetto al passato, anche se ancora lontani dagli standard richiesti dalla comunità europea. 

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