Undici edicole votive ritenute riconducibili a persone legate al cartello camorristico conosciuto come l'Alleanza di Secondigliano sono state sequestrate dai carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Napoli, del nucleo tutela patrimonio culturale e dalla polizia municipale di Napoli nei quartieri del Vasto-Arenaccia e di San Carlo Arena.
Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Alessandra Converso e dal procuratore di Napoli Giovanni Melillo, sono partite dopo il sequestro di tre statue sacre del '600 (precedentemente collocate nella dismessa Chiesa Santissima Maria del Rosario di via San Giovanni e Paolo) ritenute nella disponibilità delle famiglie mafiose Mallardo-Bosti-Contini.
Non curante del danneggiamento che avrebbero potuto provocare a beni storici e archeologici, la camorra ha allestito le sue edicole votive anche su una colonna portante del tratto dell'acquedotto romano dei Ponti Rossi, nel quartiere San Carlo all'Arena di Napoli. Dalle indagini sono emersi nomi eccellenti circa la riconducibilità delle 11 edicole votive sequestrate oggi: Pietro Licciardi, figlio di Gennaro, detto 'a scigna (la scimmia, ndr) fondatore dell'omonimo clan, il boss Patrizio Bosti e la famiglia Aieta, tutti importanti componenti l'Alleanza di Secondigliano.