Amministrative, il procuratore antimafia Cafiero de Raho: «I clan sono pronti a infiltrarsi nel voto»

Amministrative, il procuratore antimafia Cafiero de Raho: «I clan sono pronti a infiltrarsi nel voto»
di Giuseppe Crimaldi
Mercoledì 16 Giugno 2021, 23:45 - Ultimo agg. 18 Giugno, 09:43
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Le elezioni amministrative si avvicinano, e mentre c’è chi lavora alla composizione delle liste lui, Federico Cafiero de Raho, va dritto al cuore del problema: chi si candida ha il dovere di offrire un profilo di totale trasparenza. Intervistato durante la trasmissione «Barba&Capelli su Radio Crc Targato Italia, il procuratore nazionale antimafia non usa giri di parole ed afferma che «contro le infiltrazioni delle mafie servono candidati trasparenti». 

Questa volta al centro dell’analisi del magistrato che ha, tra l’altro, scritto la storia nell’azione di contrasto alla camorra Casalese, non ci sono i timori rispetto ad un temibile quanto strisciante tentativo delle mafie di infiltrarsi nella gestione delle risorse offerte dal Recovery Fund. No. 

«Le preoccupazioni per le infiltrazioni ci sono sempre - esordisce Cafiero - e le mafie intervengono con i propri serbatoi elettorali per arrivare a patti e vantaggi che ottengono da amministrazioni comunali e regionali. Se camorra, mafia e ‘ndrangheta esistono, il rischio c’è e proprio per impedirlo non solo le attività di polizia giudiziaria devono essere svolte con un monitoraggio ampio ma, per quanto concerne la scelta del candidato, sono convinto che debba riguardare solo chi abbia dimostrato trasparenza: la lotta alle mafie deve essere fatta dalla politica nella scelta di un candidato che non abbia condizionamenti». 

E d’altronde il numero uno della Direzione nazionale antimafia sa meglio di chiunque altro quanto drammatica resti l’emergenza legata alle infiltrazioni criminali nelle pubbliche amministrazioni: problema sicuramente nazionale (ormai la criminalità organizzata non fa più differenze tra Nord e Sud, anzi); ma che in Campania assume connotazioni decisamente drammatiche.

La provincia più interessata dai decreti di scioglimento di enti locali, aziende sanitarie ed altre amministrazioni resta quella di Napoli. 

Secondo il procuratore nazionale antimafia «la denuncia costituisce lo strumento per dare rapidità alle indagini contro camorristi e mafiosi. Necessita di attività investigative ampie per dimostrare le attività criminose. Consente di agire rapidamente e agevola le vittime della pressione camorrista». 

Di fronte a nuovi rischi e pericoli che sono sempre in agguato - ma soprattutto in una fase cruciale qual è quella che porta alla composizione delle liste elettorali - Cafiero esorta a tenere altissima la guardia. «L’allarme che abbiamo lanciato dall’inizio della pandemia - dichiara ancora il magistrato - era quello di sostenere attività economiche sane. Quando queste cessano di esercitare, bisogna ostacolare la camorra che tenta di infiltrarsi nelle aziende. Quando ci sono queste difficoltà bisogna che le stesse associazioni di categoria come Coldiretti e Confagricoltura intervengano: tocca a loro portare avanti queste denunce, e se ci sono aspirazioni di interessi camorristi allora bisogna portarle in Procura: la criminalità si batte con la cooperazione istituzionale». Serve insomma un lavoro corale, e ciascuno deve fare la propria parte fino in fondo.

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C’è spazio ancora per approfondire il discorso dell’area metropolitana di Napoli, sulla quale - al momento - insistono peraltro ben quattro procedure di attivazione delle commissioni di accesso che riguardano centri anche molto importanti, come i Comuni di Castellammare, Sant’Antimo, Villaricca e Marano. Per alcuni di questi enti è triste storia che si ripete. Su questo versante fondamentale è anche il lavoro svolto dalla Prefettura. 

Dinanzi a questo scenario sconfortante il procuratore nazionale antimafia ha evidenziato il ruolo delle associazioni: «Le associazioni hanno un ruolo fondamentale perché sono vicine ai negozianti, commercianti e imprenditori che possono subìre queste situazioni». 

«Anche nel campo sociale - conclude Cafiero - le famiglie che hanno svariati disagi vengono sostenute dal volontariato e dell’associazionismo mediando con le pubbliche amministrazioni. Questa sinergia tra associazioni antiracket resta fondamentale perché aggrega i soggetti economici e offre nel contempo anche una forza di reazione». 

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